Nel cantiere del Partenio-Lombardi il direttore del lavori Piero Braglia si è pure ieri concentrato soprattutto sulla tattica. Approfittando della tregua pomeridiana concessa da Giove Pluvio, il tecnico toscano ha fatto ripassare ai suoi ragazzi gli schemi della manovra offensiva che nel suo progetto tattico, quasi sempre, devono passare per i piedi dei centrocampisti. Come fatto intravedere a Viterbo e Palermo, infatti, l'allenatore preferisce arrivare alla conclusione attraverso un fraseggio che, proprio nella parte nevralgica del campo, finora non sempre è apparso fluido anche perché la squadra è tuttora alla ricerca di una sua fisionomia. Lungo la linea dei cinque centrocampisti, tracciata partendo da Ciancio passando per Aloi, De Francesco e D'Angelo per finire a Burgio, che si è alternato con Tito, l'Avellino ha in queste prime uscite palesato qualche difficoltà di troppo specialmente nell'azione del regista prelevato dalla Reggina. A parziale difesa di Alberto De Francesco, però, va anche detto che il 27enne ex reggino si sta sforzando di giocare in una zona di campo che non sempre lo ha visto protagonista. Non a caso lo scorso anno, quando i calabresi vinsero ad Avellino assestando una micidiale doppietta nella ripresa, il suo ingresso a ridosso delle punte Denis e Corazza risultò decisivo. Parlando a Radio Punto Nuovo, proprio De Francesco ha ieri smorzato sul nascere qualsiasi forma di polemica: «In questa fase - ha detto il 27enne - dobbiamo soltanto pensare a lavorare sodo per amalgamarci e mettere in pratica i dettami del mister anche perché lunedì sera ci aspetta una partita durissima. Per il ruolo mi adatto ovunque anche se mi trovo meglio nella zona centrale del campo sia da play che sulla trequarti. Giocare a due in mezzo, invece, non mi è mai stato tanto congeniale».
Una sottolineatura finale che in futuro, in un probabile varo anche del 3-4-1-2, potrebbe spingere Braglia a posizionarlo proprio alle spalle delle due punte. Così facendo l'allenatore avrebbe la possibilità di inserire Errico in mediana, sul versante sinistro, senza privarsi del provvidenziale apporto fornito da Aloi e D'Angelo. Con Andrea Errico fermo in infermeria per almeno altri dieci giorni, tuttavia, l'ipotesi appare destinata a restare ancora in soffitta.