Avellino, staffetta tra Di Gaudio
e Kanoute contro Zeman

Avellino, staffetta tra Di Gaudio e Kanoute contro Zeman
di Marco Ingino
Giovedì 21 Aprile 2022, 08:26
4 Minuti di Lettura

In un Avellino che stenta a spiccare il volo, ci sono due ali che Carmine Gautieri vorrebbe tanto congiungere per far decollare una squadra mai convincente sotto il profilo del gioco. Colpa di un assemblaggio che, in sede di mercato, si è rivelato poco organico per applicare determinati moduli e con scarsi ricambi per attuare schemi alternativi. Un grattacapo passato dai pensieri di Piero Braglia, che si era per mesi interrogato sull'atteggiamento tattico giusto da adottare, a quelli del suo successore, arrivato con l'etichetta dello zemaniano di ferro e subito convertitosi alla praticità del vecchio 3-5-2. Un modulo più consono alle caratteristiche degli attuali difensori e centrocampisti in rosa ma che costringe spesso gli esterni a travestirsi da seconde punte. In questa metamorfosi a pagarne le maggiori conseguenze sono finora stati Antonino Di Gaudio, Mamadou Kanoute e Claudiu Micovschi.

Tre esterni acquistati quasi sul finire del calciomercato estivo quando, dopo il ritiro di Roccaraso, l'allenatore di Grosseto scese dai monti con la convinzione di dover abbandonare il vecchio schema per passare ad un tridente varato, per la verità, davvero poche volte anche per colpa di infortuni, pandemia e condizioni atletiche dei singoli non perfette. Incidenti di un percorso lungo il quale, mentre Braglia ci ha rimesso il posto, i tre esterni hanno lo stesso provato a ritagliarsi uno spazio. Dei tre, per adesso, a deludere di più è stato il romeno, acquistato con un triennale dal Genoa ma in campo per appena 1.087 minuti spalmati su 26 presenze addolcite da un gol e due assist. Score davvero deludente per il 22enne esaltato tre stagioni fa da Eziolino Capuano.

Malgrado un ruolo sempre diverso, invece, gli altri due hanno trovato il modo per essere protagonisti. Kanoute, in particolare, si è fatto apprezzare per la sua fantasia, la sua velocità e la sua duttilità espressa in trenta gare con 2.276 minuti giocati e cinque assist. Tre soltanto, invece, sono state le reti realizzate (Messina, Bari e Monterosi) in mezzo a decine di occasioni divorate per colpa di un gol che non è mai stato rilevato nel suo Dna di attaccante. All'atto pratico il senegalese è stato finora utilissimo nella fase di preparazione dell'azione, ma quasi del tutto assente in quella della finalizzazione. Diversamente, con appena 1.405 minuti giocati spalmati su 19 gare, Antonino Di Gaudio è riuscito a fare leggermente meglio davanti ai portieri avversari mettendo a segno 4 reti (2 nelle ultime due partite al Partenio Lombardi contro Turris e Vibonese) ma anche fornendo due assist. Numeri che testimoniano la bontà delle sue caratteristiche tecniche ma anche la qualità di un calciatore che a 32 anni vanta un curriculum importante in cui figurano persino 176 presenze in B e 41 nella massima serie. Peccato che sia Kanoute che Di Gaudio, entrambi in uno stato di grazia, sin questa fase siano destinati a non solo a travestirsi da seconde punte, snaturando le loro caratteristiche, ma anche a scambiarsi il testimone nella più classica delle staffette. Cosa già accaduta contro la Turris, quando ad entrare in campo nel finale fu Di Gaudio, al San Nicola di Bari, dove Kanoute disputò una grande ripresa, e sabato scorso al Partenio Lombardi, dove l'alternanza è proseguita con il senegalese protagonista nei primi 60 minuti e il siciliano nell'ultima mezz'ora con tanto di sigillo sul match.

Dando quasi per scontata la conferma del 3-5-2 pure allo Zaccheria, quindi, c'è adesso da interrogarsi su chi dei due partirà per primo all'assalto dei satanelli in un match destinato ad incidere in maniera determinante sul cammino nella post season. In questo Gautieri, che ieri ha tenuto la squadra a rapporto con una doppia seduta di lavoro, non ha ancora scoperto le sue carte soprattutto per quanto riguarda la composizione del tandem offensivo.

Con Riccardo Maniero sempre più avviato verso l'ennesimo forfait (il bomber si è allenato a parte ma potrebbe essere risparmiato perché diffidato) ad occupare il ruolo di prima punta, con al fianco uno tra Kanoute o Di Gaudio, dovrebbe essere Murano anche perché Plescia solo ieri ha ripreso a lavorare con il gruppo. Salvo sorprese tattiche, quindi, per vedere insieme i due talentuosi esterni bisognerà probabilmente attendere i playoff ed il recupero effettivo di Maniero che potrebbe agire da terminale offensivo di un tridente completato proprio da Kanoute e Di Gaudio. Un tridente che Braglia e Di Somma avevano lo scorso agosto immaginato esplosivo ma che, per vari motivi, si è riusciti ad ammirare solo in rare circostanze come nella trasferta di Torre del Greco dove l'Avellino, con un innovativo 3-4-3, vinse e convinse persino con un gran gol di Antonino Di Gaudio.

© RIPRODUZIONE RISERVATA