Avellino, il Bari non è lontano:
Braglia conta su un gruppo motivato

Avellino, il Bari non è lontano: Braglia conta su un gruppo motivato
di Marco Ingino
Lunedì 8 Novembre 2021, 08:49
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In un campionato che si sta facendo sempre più equilibrato ed avvincente, allo scoccare della tredicesima giornata, l'Avellino è riuscito a ricavarsi uno spiraglio da cui rivedere la vetta della classifica. Sette punti sono ancora tanti ma i progressi dei lupi, che camminano parallelamente con i regressi di un Bari capace di perdere due delle ultime tre gare contro Virtus Francavilla e Juve Stabia, certificano che nel raggruppamento C di quest'anno non c'è un'altra Ternana capace di ammazzare il campionato già alla fine del girone di andata. Anzi, dopo aver attraversato il mare in tempesta della crisi, l'Avellino sembra adesso viaggiare con in poppa il vento dell'entusiasmo ed essere avviato verso un prodigioso recupero che trova riscontro in una serie di numeri finalmente confortanti: Se i 20 punti in classifica, con una media di 1,5 a partita ma ancora 75 in palio, non stanno ancora ad indicare un cammino da primatista, infatti, il dato parziale che emerge dal sesto risultato utile dopo il naufragio di Viterbo, con 12 punti messi in cascina ed una media nettamente migliore di due punti a gara, induce a pensare che tutto sia ancora possibile.

Impresa che diventerebbe addirittura alla portata se, a partire dalla prossima sfida di Messina, l'Avellino iniziasse ad alzare leggermente la sua media con un blitz esterno, cosa che realmente manca ai biancoverdi incapaci di vincere in trasferta dallo scorso 3 marzo a Catanzaro. Ecco perché la corsa sul Bari non appare più come un'utopia. Non lo è, inoltre, perché pur senza ripetere la bella prova di Palermo, all'atto pratico, l'Avellino è finalmente riuscito contro il Taranto a condurre in porto una vittoria fondamentale per la classifica, per il morale e soprattutto per il gruppo. Trionfare contro i pugliesi dell'ex Zullo con tanti gregari in campo che hanno vestito i panni dei protagonisti lascia del resto intendere almeno due cose importanti: la compattezza dello spogliatoio e la qualità di rincalzi quasi all'altezza dei titolari. Aspetti estremamente importanti in una rosa che, seppur assemblata con qualche doppione di troppo in difesa e in mediana, ma anche qualche carenza di troppo in attacco, sta iniziando a credere sempre di più nella clamorosa rimonta.
Se i gregari Sbraga (superlativo nella prova ed encomiabile nell'impegno dopo 12 partite trascorse tra panchina e tribuna), Bove, Matera, Rizzo, De Francesco, Gagliano, Plescia e Mignanelli, tanto per citare qualcuno, stanno dimostrando di essere utili alla causa, il recupero di Di Gaudio, Kanoute, quello solo parziale di Micovschi, ma soprattutto del redivivo Maniero lasciano ipotizzare che il meglio deve ancora venire.

Come non crederlo, del resto, se Riccardo Maniero, quasi d'incanto benché alla tredicesima giornata, trova un gol da attaccante vero e si riprende la scena? Senza nulla togliere al volenteroso Plescia, al frizzante Gagliano e all'ancora oggetto misterioso Messina, infatti, se l'ex Pescara torna ad essere almeno in parte all'altezza della fama che lo accompagna su tutti i campi Lega Pro, allora, è davvero probabile che l'Avellino possa aver trovato la cura giusta a quella pareggite (8 pari in 13 gare) di cui ha sofferto in questo primo terzo di stagione.
Roba da far fregare le mani a Braglia che, dopo aver individuato nel 4-2-3-1 la formula tattica giusta, spera adesso di aver finalmente ritrovato il suo bomber principale. Nel frattempo un aiuto indiretto alla rimonta dei lupi potrebbe arrivare anche da altri fattori esterni come, ad esempio, l'equilibrio che regna nelle zone alte della classifica. La marcia altalenante, ma a volte a dir poco sorprendente, di squadre come Palermo, Turris, Monopoli, Juve Stabia, Foggia e Paganese induce a pensare che la media promozione possa davvero abbassarsi di molto in un raggruppamento dove tutti stanno dimostrando di poter vincere e perdere contro chiunque. Per dovere di cronaca giudiziaria, infine, va analizzata pure l'ipotesi che il divario dal Bari, per effetto del caso Catania, potrebbe subire un ulteriore dimezzamento di due punti prima della fine del girone di boa. Il perché è da ricercarsi in quanto potrebbe accadere tra il 16 novembre (giorno dell'udienza fallimentare richiesta dalla procura etnea) e il 21 dello stesso mese (scadenza messa in mora dei calciatori) al club siciliano che rischia addirittura di capitolare come avvenne un anno fa per il Trapani. Ipotesi per nulla peregrina anche perché la Sigi, società che detiene il pacchetto azionario, appare in grosse difficoltà. Di conseguenza, dovesse il Catania alzare bandiera bianca prima dell'inizio del girone di ritorno, tutte le partite precedenti disputate dalla squadra del bomber Moro finirebbero, secondo regolamento, per essere annullate con effetto immediato. Ergo: avendo l'Avellino pareggiato a Catania (2-2), i biancoverdi si ritroverebbero con un punto in meno in classifica ma, avendo il Bari vinto al Massimino (1-2), i biancorossi ne perderebbero tre. Risultato: Avellino a meno cinque dalla vetta. Fantacalcio? Chissà.
 

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