Avellino, Circelli interrogato
dalla Procura federale a Roma

Avellino, Circelli interrogato dalla Procura federale a Roma
di Marco Ingino
Sabato 11 Gennaio 2020, 09:19 - Ultimo agg. 12:17
3 Minuti di Lettura
Il solito esposto inviato alla Figc e per conoscenza alla Procura Federale ha fatto scattare la solita inchiesta nei confronti dell'Avellino calcio. Stavolta ad essere convocato negli uffici di via Campania a Roma è stato il vice presidente Nicola Circelli che riveste anche la carica di amministratore unico. In attesa di scoprire se la firma in calce al documento di accusa sia apocrifa (l'atto è tuttora secretato), gli inquirenti hanno avviato le indagini di rito per comprendere se alla base del testo possa esserci un fondamento di verità. Un'indagine praticamente di ufficio che cammina in maniera parallela a quella avviata, per prassi, dopo che il consiglio federale del 5 novembre scorso ha emanato un regolamento particolarmente rigido per le acquisizioni di partecipazioni societarie nell'ambito delle società professionistiche. Dimostrando di conoscere bene la materia, infatti, l'estensore della missiva ha concentrato la sua attenzione su alcuni passaggi che hanno portato al cambio societario lo scorso mese di dicembre. A Circelli, in particolare, sarebbero state contestate una serie di presunte irregolarità quella di non essere un soggetto solvibile, perché dipendente dalla moglie; di aver versato l'assegno di anticipo con soldi di un terzo soggetto che non figura nei quadri societari (in origine nella compagine c'era Nicola Di Matteo); di aver proceduto all'acquisizione della società in maniera irregolare. Accuse che il dirigente di San Bartolomeo in Galdo, assistito dagli avvocati Edoardo Chiacchio e Gianpaolo Calò, ha smontato con documenti alla mano. La dirigenza, che non ha voluto commentare l'accaduto limitandosi a dichiararsi tranquilla, attenderà la chiusura dell'inchiesta per proferire parola. Nei prossimi giorni, infatti, gli inquirenti ascolteranno anche altre persone citate nell'esposto. Tra loro ci sarà certamente colui il quale figura come firmatario. Particolare praticamente scontato perché, dimostrando di conoscere bene i regolamenti, chi ha preparato l'esposto si è preoccupato di firmarlo dal momento che per fondamento del codice di giustizia un documento anonimo sarebbe stato cestinato dal procuratore federale. Particolari che non sono sfuggiti ai dirigenti biancoverdi che hanno comunque palesato un certo fastidio per un esposto ritenuto strumentale anche perché, come dimostrato in sede di interrogatorio dallo stesso Nicola Circelli, tutti i passaggi per l'acquisizione della società (che sarà ultimata dopo i prossimi due versamenti messi in calendario) sono stati fatti sotto il controllo del tribunale di Avellino e del custode giudiziario Francesco Baldassarre. Sta di fatto che per la nuova società guidata da Luigi Izzo il battesimo del primo mese di gestione è stato all'insegna del fuoco che la procura federale ha aperto sul club già dal giorno prima dell'acquisizione. Il caso Carbone, come si ricorderà, aveva già costretto i nuovi dirigenti ad affidarsi agli avvocati Edoardo Chiacchio e Gianpaolo Calò per tirarsi fuori dai guai dopo il rinvio a giudizio davanti al Tribunale Federale Nazionale. Da qui anche la decisione del club di stipulare una sorta di convenzione con i due legali che, pure nell'era Taccone, hanno quasi sempre difeso l'Avellino calcio.

Nel frattempo, ieri pomeriggio, il Tribunale Federale nazionale, sezione disciplinare della FIGC, ha emesso la sentenza relativa ai mancati pagamenti da parte del Rieti delle mensilità di Luglio-Agosto 2019, con scadenza al 16 ottobre 2019. La sanzione, come previsto dal regolamento, è stata di 4 punti di penalizzazione da scalare sull'attuale classifica. D'ufficio è scattata anche l'inibizione per quattro mesi al presidente Riccardo Curci e di un mese all'ex amministratore unico Giuseppe Troise con relativa ammenda di mille euro alla società. Un problema in più per il club laziale sceso a 7 punti in classifica che vede l'avellinese Roberto Di Gennaro nelle vesti di amministratore unico chiamato a realizzare una vera e propria impresa per salvare il Rieti.
© RIPRODUZIONE RISERVATA