Di Gaudio: «Lupi, che gruppo. Quando
l'Avellino chiama non si rifiuta»

Di Gaudio: «Lupi, che gruppo. Quando l'Avellino chiama non si rifiuta»
di Marco Ingino
Giovedì 2 Settembre 2021, 09:17
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L'ultimo lupo ad entrare nel branco di Piero Braglia è anche quello sul quale sono riposte le maggiori aspettative dei tifosi.
Ad Antonio Di Gaudio, 32 anni compiuti da appena due settimane, è bastato mettere piede in Irpinia per quantificare il peso della responsabilità che porterà sulle spalle per l'intera stagione. Atteso e festeggiato dai tifosi fin dal suo arrivo in mattinata in città, quando è stato preso in consegna dal team manager Giuseppe Matarazzo e dallo staff medico per le rituali visite mediche, nel pomeriggio l'ex Chievo e Carpi ha vestito per la prima volta i colori biancoverdi sbucando dal tunnel dello stadio mentre i suoi nuovi compagni stavano affrontando la Nocerina. In compagnia del preparatore atletico Francesco Capistrano, Di Gaudio ha lavorato ai bordi del campo guadagnandosi la sua prima razione di applausi da parte dei presenti che lo hanno spesso incoraggiato al pari dei nuovi compagni di squadra con i quali ha subito familiarizzato soprattutto grazie alla mediazione di Peppe Carriero: «A Parma - ha svelato Di Gaudio in sede di presentazione - è stato mio compagno di squadra ed e per questo che, non appena c'è stata la concreta possibilità di venire in Irpinia, l'ho sentito. In un attimo mi ha messo in contatto con mezzo spogliatoio, in particolare con i miei quattro concittadini di Palermo (Silvestri, Rizzo, Plescia e D'Angelo), e lì ho capito che qui c'è un gruppo davvero coeso».


A convincerlo dopo otto anni tra serie A e serie B a tornare in Lega Pro e scegliere Avellino, però, sono stati anche altri fattori: «Questo stadio, questi tifosi, questo club - ha detto - hanno un fascino ed una storia. Ogni volta che sono venuto da avversario sono andato via affascinato dell'ambiente. In questi giorni, dopo il confronto con il direttore Di Somma e il mio agente, ne ho parlato spesso con mia moglie ed abbiamo convenuto che se ti chiama l'Avellino non puoi rifiutare. Non so cosa ma, dopo la chiacchierata con Di Somma, mi è scattato qualcosa dentro.

Qui non è una questione di categoria».


Di Gaudio ha fatto attenzione a non lasciarsi andare in proclami. «Il girone C che seguo da sempre e lo scorso anno mi ha davvero entusiasmato - ha detto - è una mini serie B. Francamente non so se riusciremo a vincere il campionato ma di certo saremo protagonisti perché siamo una buona squadra, abbiamo un bel gruppo e mi piace molto anche la determinazione del mister e del direttore. Come accaduto in passato dovremo fare del nostro stadio un fortino ed andare in trasferta a giocare a viso aperto contro tutti. In serie C serve molta cazzimmae qui, al di là della nostra colonia sicula, vedo che nello spogliatoio non manca di certo».
Per nulla spaventato dal peso della responsabilità, Di Gaudio ha poi svelato anche il succo del colloquio che ha avuto con il mister: «Ho giocato in tutte le categorie ma soprattutto in piazze come Parma e Verona - ha fatto notare - dove non mi sono mai tirato indietro. Queste sfide mi piacciono e mi spingono a dare il massimo anche se qui a stimolarmi penso che basterà Braglia. Con il mister in passato siamo sempre stati avversari. In qualche circostanza ci siamo anche un po' beccati in campo perché siamo entrambi fumantini. La prima cosa che mi ha detto? Mi ha lusingato molto affermando che punta tantissimo su di me, ma ha anche aggiunto che se non sto bene, mentalmente e fisicamente, mi mette in panca».
I prossimi allenamenti saranno intanto decisivi per capire in che modo potrà essere già utile alla squadra a partire dalla trasferta di Castellammare: «Sono reduce da due mesi di allenamenti solitari», ha confessato. Inutile chiedergli in quale ruolo: «Nella mia carriera ho fatto un po' di tutto- ha concluso- giocando all'occorrenza persino da terzino. Nel Carpi, con il 4-4-2, facevo l'esterno. In quella posizione mi piace giocare di più ma se serve posso fare tranquillamente la sottopunta o il trequartista».

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