No, non è ancora finito. Il caso non è ancora chiuso. Illudersi che tutto sia stato completamente chiarito può far male: il Napoli deve ancora convincere Giovanni Di Lorenzo a cambiare idea, a tornare sui suoi passi. E quindi serve un altro faccia a faccia, probabilmente quello decisivo tra De Laurentiis e Giuffredi, l’agente del capitano azzurro. E quell’incontro-chiave è atteso per oggi: si, è il giorno delle verità. C’è l’appuntamento fissato questo pomeriggio tra il patron e il manager del capitano, perché il Napoli ha una voglia matta di iniziare il ritiro in Trentino senza nodi in gola, senza trascinarsi situazioni pericolose, senza voler camminare sull’orlo di un precipizio. Bene, il Napoli ha deciso di tenersi Di Lorenzo, a fare le barricate per trattenerlo. Ma il capitano non ha ancora detto “resto” in maniera convinta. Ed è per questo il rischio è di un braccio di ferro assai rischioso. Anche per Conte. Di Lorenzo ha affidato tutto nelle mani di Mario Giuffredi: d’altronde basta leggere la prelazione della biografia del manager napoletano per comprendere il tipo di legame che c’è tra lui e il terzino azzurro. De Laurentiis deve dare risposte a Di Lorenzo: giusto o sbagliato che sia, è questo quello che il capitano si attende ancora. Per domani era prevista una conferenza stampa in cui Giuffredi, probabilmente, avrebbe annunciato la permanenza del capitano. Ma qualcosa deve essere andato storto. Cosa, esattamente, lo sanno solo i diretti interessati. Ma se ci sono ancora ombre, è questo il momento di eliminarle.
La telefonata
Non solo Conte. Perché c’è anche un altro assist che il Napoli ha ricevuto: quello di Ciccio Calzona. Perché il ct della Slovacchia ha voluto personalmente chiarire sia al capitano che al suo agente che la sostituzione all’80’ di Napoli-Lecce non era dettata dal club. Poteva anche farne a meno, visto la fine del rapporto con il Napoli, ma ci ha tenuto a raccontare le ragioni di quel cambio: era certo di poter ancora vincere la partita e quindi voleva la freschezza di Mazzocchi. E mai e poi mai ha pensato ai fischi del Maradona. Le spiegazioni sono servite a spegnere una delle fiamme che bruciavano in petto a Di Lorenzo, convinto che ci fosse alle spalle la società dietro quella sostituzione, ma non a garantire la permanenza in azzurro. Certo, c’è la fermezza di Antonio Conte, quell’autorevolezza che pure ha colpito le certezze di Di Lorenzo. Oggi qualcosa accadrà. La sensazione è che è quello di oggi l’appuntamento della svolta: dentro o fuori. Con l’ottimismo della ragione (più del sentimento). Forse serve aggiungere una clausola al contratto di un anno fa, la possibilità tra dodici mesi di andar via al prezzo giusto. Certo, una situazione ancora calda, caldissima. Da definire entro poche ore, perché Conte non vuole trascinarsi polemiche.
L'operazione Buongiorno
Manna ha incontrato Beppe Riso per gli ultimi dettagli dell’arrivo Alessandro Buongiorno. Definito con il difensore l’accordo per i prossimi cinque anni: il centrale ha accettato un ingaggio da 2,6 milioni a stagione e l’inserimento di una clausola da 70 milioni che sarebbe esercitabile solo a partire dall’estate 2027. L’intesa col direttore tecnico del Torino Vagnati è in dirittura d’arrivo: 40 milioni più bonus. Oggi sono attese le ufficializzazioni di Marin e Spinazzola che in mattinata faranno le visite mediche a Villa Stuart e poi firmeranno. L’arrivo dell’ex romanista, al momento, non dà per certa la partenza di Mario Rui. In ogni caso, davvero De Laurentiis ha voluto lavorare per step, definendo le priorità in difesa. Che ora va velocemente sfoltita: perché in Trentino ci sarà la folla di difensori, compresi quelli che appaiono sicuri esuberi come Natan e Ostigard. Lo sgarbo per Kvara ha raffreddato i rapporti tra De Laurentiis e il Psg che, per il momento, si tiene alla larga da Osimhen. Resta, come raccontato già da qualche settimana, la pista araba. La solita. Quella davanti a cui De Laurentiis un anno fa alzò un altissimo muro: l’Al Ahli e il fondo sovrano di Riad, Pif, giocano al ribasso (ad agosto 2023 offrirono 150 milioni) e Osimehn insiste nel non volersi spostare in Arabia Saudita.