Napoli, Osimhen e i paragoni top:
«A metà tra Weah e Haaland»

Napoli, Osimhen e i paragoni top: «A metà tra Weah e Haaland»
di Marco Giordano
Martedì 28 Settembre 2021, 08:40 - Ultimo agg. 29 Settembre, 07:12
3 Minuti di Lettura

I paragoni sono scomodi, difficili: ma anche affascinanti. Per uno come Victor Osimhen è giusto prendersi qualche responsabilità, soprattutto se a farlo sono grandi ex colleghi attaccanti. Giusto partire da Stephen Makinwa, nigeriano come l'azzurro. Lo ha seguito fin dai primi passi: «Mi aspettavo l'esplosione di Victor, ha qualità incredibili per poter far bene.

Un paragone? Difficile, stiamo parlando di un attaccante veramente completo. Parlo, soprattutto, di questa sua immensa fame di fare gol e di aiutare i compagni. Credo che ci possa stare una vicinanza a George Weah, anche se la strada per esser come il liberiano è ancora lunga. È vero, però, che hanno caratteristiche molto simili: Victor può diventare grande come Weah». C'è un dato più degli altri che consente questo oneroso parallelismo: «In Osimhen si vede un fuoco sacro quando è in campo. Ha già grandi qualità, ma anche margini di miglioramento, è ancora molto giovane». Il punto dolente, può, però, arrivare a gennaio: «La Coppa d'Africa rischia di pesare molto sulla sua stagione: in quel mese si fanno tante partite, con una certa preparazione, lontana dagli standard dei club. Victor è già abituato a giocare tante gare con questa intensità, ma qualcosa toglierà la competizione, è inevitabile. Anche perché questo Napoli con questo Osimhen ha grandi chance di fare un campionato di vertice».

C'è chi come Vincenzo Iaquinta è stato allenato da Spalletti e riconosce immediatamente la mano del tecnico azzurro. «C'è tanto merito di Spalletti in questo exploit. Per carità, Osimhen non si discute: velocità, tecnica e potenza sono delle doti innate di questo straordinario attaccante. Spalletti, però, quando ha questa tipologia di bomber ci va a nozze, perché riesce ad esaltare l'attacco alla profondità con il suo modo di impostare la manovra». Un paragone? «Osimhen ha caratteristiche molto simili a quelle che ho avuto io: alto e veloce, attacca la profondità: ce ne sono pochi di attaccanti così. Oggi, con queste qualità, c'è Haaland che ha dei tempi pazzeschi. Con Spalletti, il Napoli è partito alla grande, con una straordinaria piazza che può diventare trascinante: inutile nascondersi, anche grazie ad un Osimhen così può puntare a vincere lo scudetto».

«Chi mi ricorda Osimhen? Io ci vedo molto di Faustino Asprilla, soprattutto nelle movenze. Victor, forse, è più punta, più attaccante da area di rigore come Abraham, col quale ci sono molti altri punti di contatto». Ciccio Graziani ci va diretto, come nel suo stile. «Osimhen, ormai, conosce il nostro calcio, la mentalità e le metodologie di lavoro: sotto questo punto di vista è avvantaggiato su Abraham. Vanno dati i giusti meriti anche a Gattuso, Spalletti può completare l'opera di crescita: un grande maestro per tramutare in macchina da gol questa enorme voglia di vincere». Dove migliorarsi? «Osimhen si lascia prendere ancora troppo dall'istinto, si è visto anche contro il Cagliari. Arrivano problemi di immagine e anche di squalifiche così. Tecnicamente, poi, deve trovare un sinistro più educato. Con la sua fisicità, infine, può fare ancora meglio nel gioco aereo. Questo è il Napoli di Osimhen? C'è una canzone di Vasco Rossi, Dillo alla luna: Vasco è Vasco, ma il sassofonista è sublime. Allora, non basta un cantante al top, servono tanti grandi interpreti. Nel Napoli ci sono: ha ragione Spalletti quando dice che vuole concorrere per vincere. Gli azzurri sono a punteggio pieno e giocano il miglior calcio, anche se hanno avuto il calendario meno competitivo. Ora c'è la Fiorentina. Vlahovic o Osimhen? Meglio Victor in questo momento, per struttura fisica e per gioco espresso».
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA