L'assist di Martin Vazquez:
«Napoli, la difesa del Real è in crisi»

L'assist di Martin Vazquez: «Napoli, la difesa del Real è in crisi»
di Antonio Moschella
Lunedì 6 Marzo 2017, 10:19
4 Minuti di Lettura
Rafael Martín Vázquez, uno dei componenti della famosa ‘Quinta del Buitre’, fu presente nel doppio confronto tra Napoli e Real Madrid di trent’anni fa. L’ex fantastista, che militò anche nel Torino all’inizio degli anni ’90, riavvolge il nastro al 1987 e dice la sua sull’attuale sfida tra azzurri e blancos.

Che indicazioni le ha lasciato la partita di andata al Santiago Bernabeu tra Real Madrid e Napoli?
«Ho visto un Napoli audace, propositivo, che non ha avuto paura di venire a giocare il suo calcio a Madrid, e questo è già di per sé un motivo di vanto. Aver messo in difficoltà il Real nei primi minuti è stato frutto del bel gioco degli uomini di Sarri, che dalla cintola in su possono far male a chiunque, in Italia e in Europa».
Poi, però, il Real ha rimontato e avrebbe potuto dilagare...
«Il Real Madrid è abituato a giocare partite di Champions League, competizione che ha vinto per undici volte. Anche se da inizio anno non è sicuramente nelle migliori condizioni, è una squadra che sa reagire mentalmente alle difficoltà e si è visto quando ha rimontato. Ma, nonostante quanto detto da molti giornalisti nel post partita, il Napoli ha fatto vedere sprazzi di gran calcio».
Gli azzurri hanno quindi sofferto il cosiddetto miedo escénico del Bernabéu?
«Non direi. Credo più che altro che il Napoli non sia stato il vero Napoli per colpa del Real Madrid, che ha saputo annullare il suo gioco e imporre il proprio. Di fronte agli azzurri c’era uno stadio imponente e una squadra che già sapeva come avrebbe giocato. Il Real ha vinto la partita grazie alle incursioni dei suoi terzini, che sono stati il valore aggiunto nel match d’andata».
Chi l’ha sorpresa tra gli azzurri?
«Mertens e soprattutto Insigne sono due peperini che sciorinano un gran calcio con molta fantasia. Ma devo riconoscere che su tutti mi ha colpito Diawara, che se non sbaglio ha 19 anni ed ha palesato una maturità da veterano in uno scenario che intimorisce, oltre a dare equilibrio alla squadra cavandosela piuttosto bene in un ruolo importante».
Il 3 a 1 lascia speranze al Napoli nel match di ritorno?
«Senza dubbio. È un’eliminatoria ancora aperta, soprattutto adesso che il Real Madrid sta attraversando un periodo poco felice in difesa. Per il Napoli sarà fondamentale segnare quanto prima per provare a crescere alla distanza, ma ho notato che anche gli azzurri stanno incassando parecchi gol e ciò gioca a favore degli uomini di Zidane, che alla fine un gol lo segnano sempre».
Si giocherà, però, nella bolgia del San Paolo, uno stadio che lei conosce bene per averci giocato trent’anni fa...
«Il San Paolo è senza dubbio uno dei punti di forza del Napoli. La passione della gente e l’entusiasmo per questa eliminatoria prestigiosa, oltre al bel gioco, possono rappresentare un problema per il Real, nonostante i suoi giocatori siano esperti e abbiano disputato gare importanti».
Che ricordo ha di quella partita del 1987?
«Ricordo uno stadio pieno di gente e di passione che sosteneva una grandissima squadra nella quale non c’era solo Maradona ma anche Careca. E ricordo che tutto fu difficile quel giorno, dalla preparazione alla prestazione in campo, anche se avevamo dalla nostra il 2 a 0 dell’andata che ci favoriva molto di più del 3 a 1 che portano in dote Ronaldo e compagni».
È vero che ci furono scaramucce con Bagni dentro e fuori dal campo?
«In campo sì. Bagni era un guerriero, non si tirava mai indietro, ma fuori dal campo non accadde nulla del genere. Durante la partita ci furono i classici contrasti di gioco di chi vuole vincere a tutti i costi, niente di più».
Il San Paolo tornerà ad essere una bolgia per quella che per i napoletani è la partita dell’anno. È un vantaggio giocare il ritorno in casa?
«Credo di sì, anche perché, nel caso in cui si debba andare ai tempi supplementari il sostegno del pubblico potrebbe essere decisivo. È anche vero che nel calcio moderno, per fortuna o purtroppo, le squadre hanno più o meno lo stesso rendimento in casa o in trasferta, ma non c’è dubbio che per il Napoli avere il pubblico a fianco sarà di grande aiuto, soprattutto a livello psicologico».
Il Napoli può sperare nel miracolo?
«Sì, ma non lo chiamerei miracolo. Nel calcio di oggi e in competizioni europee tutto può accadere e trascurare anche il minimo dettaglio potrebbe rivelarsi fatale. L’ultimo esempio è stato dato dalla Fiorentina, che si è fatta eliminare in Europa League dal Borussia Monchengladbach incassando quattro gol in quindici minuti dopo essersi portata sul 2 a 0 in casa. Il Napoli ha le caratteristiche per dar fastidio al Real Madrid, come abbiamo visto al Bernabeu, ed è quindi giusto che creda nella rimonta».

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