Tuanzebe, Mourinho e la spiaggia:
chi è il nuovo difensore del Napoli

Tuanzebe, Mourinho e la spiaggia: chi è il nuovo difensore del Napoli
di Gennaro Arpaia
Venerdì 7 Gennaio 2022, 18:20 - Ultimo agg. 8 Gennaio, 07:59
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È il 29 gennaio del 2017. A Manchester in quel periodo dell’anno il sole è una rarità, quasi un ricordo lontano. Eppure, in quel pomeriggio di gennaio un flebile raggio di sole prova a riscaldare uno degli stadi più conosciuti al mondo. A Old Trafford va in scena il quarto turno di FA Cup e Jose Mourinho non vuole saperne di lasciare partite per strada. Lo United ne rifila 4 al malcapitato Wigan e nel finale gestisce anche le forze, lo Special One richiama in panchina Fosu-Mensah e lancia in campo un esordiente: Axel Tuanzebe. Ha vent’anni, il grande pubblico nemmeno lo conosce. La gente di Manchester invece sì, perché da anni nelle giovanili dei Red Devils il giovane Axel si è fatto un nome. 

Manchester, però, non è il suo punto di partenza. Nasce a Bunia, in Repubblica democratica del Congo, nel 1997. Famiglia tradizionale. Mamma e papà che sono sempre a lavoro, Axel, il fratello Dimitri e la sorella cresceranno con la nonna. Fino alla decisione «più coraggiosa della nostra vita» come lui stesso racconta. La famiglia Tuanzebe lascia casa e si trasferisce in Inghilterra. «Hanno avuto coraggio, volevano regalarci un futuro migliore». Ci avevano visto giusto. Arrivano a Rochdale, nella contea di Manchester, Axel - ma anche gli altri di famiglia - non parla una sola parola d’inglese, ma al centro del quartiere residenziale in cui troveranno casa c’è un campetto. Lì si parla la lingua di tutti, quella del pallone. Le prime partite sono un successo, poi a 8 anni la grande occasione chiamata Manchester United e quella maglia non lasciata per oltre un decennio. 

Con lo United Tuanzebe diventa leader di tutte le selezioni giovanili. Cresce e segna nella sua agenda ideale la prima frase che gli cambierà la vita. Un giorno con la sua squadra si allenano sul campo dei “grandi”. «Questo è l’obiettivo della vostra vita, ma solo pochi di voi riusciranno a giocarci», le parole sono di Neil Harris, allenatore delle giovanili. Risuoneranno tante volte nella testa di Axel, che intanto cresce e si fa apprezzare anche da Jose Mourinho. Nella stagione 2016/17 arriverà l’esordio anche in Premier League: è il 7 maggio 2017 e gioca da titolare contro l’Arsenal.

Nel tunnel degli spogliatoi, è Carrick a calmarlo: «Goditela» gli dice. E anche a quella frase penserà spesso. 

Con la maglia dei Red Devils, però, non trova continuità: arriva l’esordio a dicembre in Champions, nel finale contro il Cska Mosca, ma nulla più. E a gennaio si trasferisce all’Aston Villa. Con il club londinese giocherà in prestito anche la stagione successiva in Championship. Si fa male ma è tra i protagonisti della cavalcata che porterà alla promozione in finale Playoff contro il Derby. Nelle ultime due stagioni torna a casa e mette insieme 30 presenze con lo United in tutte le competizioni, ma l’esplosione non arriva ancora, tra qualche errore personale e la forte concorrenza nel ruolo. E allora ecco il nuovo prestito all’Aston Villa la scorsa estate. Sembra ritrovare smalto e continuità, ma l’arrivo di Gerrard a novembre in panchina cambia le gerarchie e pure i suoi minuti. 

Nato calcisticamente come difensore centrale, Tuanzebe è diventato negli anni un jolly da usare sul lato della difesa ma anche in mezzo al campo, in situazioni d’emergenza. Fisico longilineo, 186 centimetri e 75 chili, ha collezionato 83 presenze tra i professionisti in Inghilterra e Napoli sarà la prima volta lontano da casa. Ci è venuto nei giorni scorsi con il fratello indivisibile Dimitri: lo aiuta nelle cose pratiche, a non perdere il senso dell’orientamento, a gestire gli affari. Fu Dimitri a portarlo sul suo primo campo da calcio: «Eravamo piccoli, a Bunia, volevo emularlo. Così è cominciato tutto». Un viaggio lunghissimo che parte da lontano e ora arriva a Napoli. «Mio padre è sempre stato severo, mi ha aiutato a volere sempre di più» ha raccontato Axel, che ora passerà nelle mani di Luciano Spalletti. «Cosa voglio dalla vita? Giocare a calcio. Alla fine della mia carriera mi fermerò su una spiaggia, con mio padre e mio fratello, spero di guardarmi indietro e sapere di aver fatto qualcosa di importante». Magari anche con l’azzurro addosso.

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