«Il 2022 è l'anno più caldo di sempre: a luglio 2,26 gradi in più»

«Il 2022 è l'anno più caldo di sempre: a luglio 2,26 gradi in più»
di Mariagiovanna Capone
Sabato 6 Agosto 2022, 09:00 - Ultimo agg. 7 Agosto, 09:06
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L'anno più caldo e arido di sempre. O meglio dal 1800. A dichiararlo è il bollettino mensile dell'Istituto di Scienze dell'Atmosfera e del Clima (Isac) Cnr che mostra lo stato del clima italiano e la classificazione dell'ultima anomalia mensile, stagionale e annuale nel contesto degli ultimi due secoli di variabilità climatica, ed è a cura di Michele Brunetti. I primi sette mesi attestano il 2022 come un'annata dal caldo eccezionale priva di precipitazioni, ma Isac Cnr afferma che è anche l'anno più caldo da quando sono misurate le temperature analiticamente, poiché luglio ha fatto registrare un +2,26 gradi sopra la media italiana dal 1800 a oggi e nel complesso i primi sette mesi dell'anno fanno registrare un +0,98 gradi. «Se il 2022 finisse adesso, sarebbe l'anno più caldo di sempre» ha dichiarato Brunetti. «Luglio 2022 ha proseguito lo studioso - si registra come il secondo luglio più caldo da quando vengono realizzate le misurazioni, secondo solo al 2003, così come lo sono stati anche maggio e giugno». Per ora, l'anno più caldo in Italia dal 1800 a oggi è sempre il 2018, con un'anomalia di +1,58 gradi sopra la media. 

«Sono piuttosto scettico su quest'ennesima réclame catastrofista. Non stiamo andando verso l'apocalisse e a dirlo sono proprio i dati» accusa Adriano Mazzarella, già docente di Climatologia all'Università degli Studi Federico II che per anni ha diretto l'Osservatorio Meteorologico federiciano. «Ho dato uno sguardo agli annali e osservando i dati relativi alla stazione Napoli Centro, istituita da Garibaldi il 29 ottobre 1860 che da allora è sempre nello stesso punto cioè nel complesso di San Marcellino, il 2022 non risulterebbe l'anno più caldo di sempre come dicono.

Anzi, ne abbiamo parecchi di gran lunga superiori: 1945, 1947 e 1952, su tutti». Mazzarella sottolinea i tanti dubbi delle affermazioni dell'Isac Cnr: «Quali sono le stazioni di riferimento? In città o in campagna, dove abbiamo variazione di 2-3 gradi? Hanno fatto una media per zona? Se sì, di per sé è un dato con un mucchio di errori». Da un grafico pubblicato dall'ente, infatti, ci sarebbero dei quadrati distribuiti sulla penisola e per la Campania ne abbiamo uno che comprende Napoli, le isole, casertano e beneventano. «Un'assurdità, sono estrapolazioni di dati che non esistono, perché non ci sono proprio le stazioni nell'area considerata. Non possono essere valutazioni su stazioni simultanee perché nel 1800 l'Italia aveva pochissime punti di rilevazione, anche l'uso dei decimali mi fa sorgere dubbi su queste dichiarazioni». 

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Anche Nicola Scafetta, docente di Meteorologia e Climatologia dell'Università di Napoli Federico II e attuale responsabile dell'Osservatorio Meteorologico federiciano è piuttosto critico. «Le temperature medie da gennaio a luglio (per compararle con lo stesso periodo dell'Isac Cnr) misurate al nostro Osservatorio cioè Napoli Centro, mostrano che il 2022 è uno dei più caldi della serie, ma non il più caldo. Ci sono almeno altri cinque casi con valori superiori: 1977, 2016, 2002, 2007 e 1950. Poi certo fino a dicembre la media puntuale può variare e ritrovarci altri anni più caldi». Anche Scafetta pone delle domande sulla raccolta dei dati: «I conti come li fanno? Nel caso di Napoli abbiamo 150 anni di dati, ma in altre zone no. Se si fanno delle medie bisogna fare attenzione ai periodi, in passato non avevamo stazioni: la media quindi non è un concetto matematico applicabile». E poi aggiunge: «È vero, è un anno caldo per dall'Italia fino all'Inghilterra, ma in altre zone come Siberia e Nord Atlantico è l'opposto ci sono 4-5 gradi sotto la media. Generalizzare è quindi scientificamente errato». 

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