La «particella di Dio», una casertana
nel pool di ricercatori. Ha 26 anni

Viviana Cavaliere
Viviana Cavaliere
di Lorenzo Calò
Sabato 9 Aprile 2011, 12:19 - Ultimo agg. 10 Aprile, 13:05
3 Minuti di Lettura
CASERTA - Anche la fisica celebra le sue new entry ma l’ultima frontiera della scienza non ha ancora un nome. C’ per ora - al di l di calcoli e verifiche di laboratorio - almeno un volto. Ed quello di una giovanissima ricercatrice casertana balzata all’improvviso sul proscenio della comunità scientifica internazionale per aver illustrato agli esperti di tutto il mondo la prodigiosa portata di ciò che al momento è un po’ meno di una scoperta e molto di più di un’intuizione.



«Ho provato tanto imbarazzo, non mi aspettavo tutta questa attenzione e un così forte apprezzamento»: sono le parole di Viviana Cavaliere, 26 anni, professore associato all’università dell’Illinois e componente del gruppo di studio che al Fermilab di Chicago sta lavorando all’acceleratore Tevatron alla ricerca di conferme sulla materia e «nuove apparizioni della particella di Dio».



Cosa in realtà sia avvenuto è tuttora difficile da stabilire: dallo scontro tra protoni e antiprotoni è scaturita una particella dalle caratteristiche ignote, insomma una serie di dati e informazioni non in linea con il modello che gli studiosi stavano seguendo. Dunque, qualcosa di diverso. Ecco perché si è subito pensato al cosiddetto «bosone», vale a dire quella che gli studiosi chiamano la particella di Higgs cui da anni a Chicago e al Cern di Ginevra gli scienziati stanno dando la caccia. Eppure i dati non coincidono.



Ecco pure perché qualcuno ipotizza si possa trattare anche di un calcolo sbagliato, sebbene nessuno si azzardi a insistere molto su questa tesi. Fatto è che da due giorni televisioni, reti web e satellitari, giornali e radio, non fanno altro che puntare microfoni e obiettivi su questa giovane ricercatrice, originaria di San Cipriano, studi liceali ad Aversa, laurea a 22 anni in Fisica nucleare alla Sapienza e dottorato di ricerca all’Università di Siena prima di entrare in un progetto internazionale guidato dall’Istituto nazionale di fisica nucleare di Pisa.



È stata lei, mercoledì scorso, a relazionare alla comunità scientifica sullo stato di avanzamento degli studi condotti dal Fermilab, struttura di ricerca finanziata dal Dipartimento per l’energia degli Stati Uniti. Il progetto è indicato in codice come Cdf: vi lavorano in tutto 520 ricercatori provenienti da 20 Paesi di tutto il mondo. Viviana ne fa parte come rappresentate dell’università dell’Illinois e quando, il prossimo ottobre, dopo 23 anni di onorato servizio, l’acceleratore molecolare Tevatron andrà in pensione e l’intera équipe di studiosi si trasferirà al Cern di Ginevra per proseguire gli esperimenti sul più moderno acceleratore di particelle LHC, lei farà parte della missione internazionale di studio in quota Usa.



Insomma, un po’ di Caserta e un po’ d’Italia in una spedizione senza confini, che proietta in un futuro al momento sconosciuto la tensione di conoscenza e lo spirito esplorativo di questa selezionata falange di Argonauti dell’era moderna. Un solo sussulto dimostra Viviana: quando pensa alla sua famiglia, «ai sacrifici che papà e mamma hanno fatto per tirarmi su». Né sono valse per lei nostalgie da liceale o ascendenze dinastiche (è figlia di una sorella del deputato Pdl Nicola Cosentino): la vita è altrove, la sete di conoscenza pure.



Persino l’amore Viviana l’ha trovato lì, fra algoritmi e prove di laboratorio: lui è un giovane ricercatore, originario di Eboli, volato via a Chicago. Inseguendo, come Viviana, il sogno di comprendere, di intuire, da dove veniamo. E dove stiamo andando.
© RIPRODUZIONE RISERVATA