Papa Francesco scende in campo assieme all'Imam del Cairo, il "suo caro fratello" Al Tayyeb per la questione climatica e per sostenere la COP28 che si terrà negli Emirati dal 30 al 12 dicembre. Prima della conferenza internazionale dell'Onu sul clima cattolici e musulmani, con la cooperazione degli Emirati, promuovono un vertice aperto a tutti i leader religiosi ad Abu Dhabi dal 6 al 7 novembre. Una mossa per impegnare le fedi a lavorare per la transizione ecologica e far riflettere i fedeli sulla sfida epocale per l'umanità.
L'evento si tiene sotto il patrocinio di Mohamed bin Zayed Al Nahyan, presidente degli Emirati Arabi Uniti che in collaborazione con la presidenza della COP28, ospiterà il Programma delle Nazioni Unite per l'ambiente (UNEP). I leader religiosi che rappresentano le principali religioni del mondo, gli accademici e gli esperti ambientali sono stati invitati a partecipare alle discussioni con l'obiettivo di discutere le responsabilità etiche delle fedi nella tutela del creato.
Il segretario generale del Consiglio musulmano degli anziani, Mohamed Abdelsalam, ha spiegato "che il nostro mondo si avvicina ai danni climatici irreversibili che possono essere affrontati solo con uno sforzo collettivo"
Durante la COP28, verrà aperto il padiglione della fede, il primo padiglione di questo tipo a un evento della COP che si svolgerà all'Expo City Dubai e dovrebbe riunire più di 70.000 partecipanti, tra cui capi di stato, funzionari governativi, leader dell'industria internazionale, accademici,scienziati ed esperti.
Papa Francesco ancora non ha fatto sapere andrà o meno di persona al vertice oppure se manderà come ha fatto per la COP di Glasgow il cardinale Pietro Parolin. Durante il viaggio in Mongolia il Pontefice avrebbe fatto capire di non essere più orientato a fare viaggi lunghi per le difficoltà che ormai ha a spostarsi e camminare.
Il 4 ottobre Papa Francesco pubblicherà la esortazione apostolica sulla seconda parte della Laudato Sì dedicata alla crisi climatica e al ruolo della religione cattolica.