Civiltà Cattolica: «Israele sta bombardando Hamas o il popolo palestinese?» sulla rivista dei gesuiti i dubbi della Chiesa

Civiltà Cattolica: «Israele sta bombardando Hamas o il popolo palestinese?» sulla rivista dei gesuiti i dubbi della Chiesa
di Franca Giansoldati
Venerdì 3 Novembre 2023, 17:33
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I massicci bombardamenti che a Gaza vanno avanti da più di due settimane sono proporzionali? Sono contro Hamas o il popolo palestinese? Gli interrogativi che mette sul tavolo la Civiltà Cattolica – l'autorevole periodico della Compagnia di Gesù che rispecchia la linea e gli orientamenti del Vaticano – di fatto introducono le riflessioni in corso sul conflitto. La reazione militare che Israele ha avviato dopo l'orrendo pogrom costato la vita a 1200 ebrei che abitavano soprattutto nei kibbutz vicino alla Striscia di Gaza stavolta viene passata a setaccio nel lungo articolo pubblicato sull'ultimo numero del quindicinale cattolico. Gli atroci dubbi che traspaiono sono gli stessi che affiorano al di là del Tevere e sono stati anche al centro degli appelli del Pontefice per un cessate il fuoco immediato al fine di permettere alla popolazione civile rimasta nella Striscia di evacauare. 

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La rivista dei Gesuiti ricorda che sia i Paesi occidentali che il diritto internazionale  «riconoscono a Israele il diritto di difendersi in modo proporzionale» naturalmente «tenendo presente il diritto umanitario».

Al pari sottolinea che Israele «deve dimostrare che la sua lotta è contro i terroristi, contro Hamas, che intende distruggere lo Stato israeliano, e non contro il popolo di Gaza». 

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Il ragionamento che si fa largo sfocia poi in una strategia post-bellica. «Dovrebbe garantire un nuovo inizio sostenendo un serio programma di ricostruzione e promettendo di non strangolare l’economia della Striscia di Gaza, anzi proponendo progetti di cooperazione. Inoltre, sul versante politico, dovrebbe sostenere una nuova Costituzione palestinese e appoggiare i nuovi leader eletti dal popolo. Ciò, secondo alcuni interpreti, sarebbe più facile con un nuovo governo israeliano eletto dopo la fine della guerra». Come dire che il futuro potrebbe essere sicuramente più semplice per tutti senza Benjamin Netanhyau al potere. 

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Durante l'intervista che Papa Francesco ha rilasciato al Tg1 alcuni giorni fa non ha caso ha parlato esplicitamente del progetto che il Vaticano sostiene, quello dei due stati e due popoli, con Gerusalemme internazionalmente garantita: «Ogni guerra è una sconfitta. Non si risolve nulla con la guerra. Niente. Tutto si guadagna con la pace, con il dialogo. Sono entrati nei kibbutz, hanno preso ostaggi. Hanno ucciso qualcuno. E poi la reazione. Gli israeliani andare a prendere quegli ostaggi, a salvarli. Nella guerra uno schiaffo provoca l’altro. Uno forte e l’altro più forte ancora e così si va avanti. La guerra è una sconfitta. Io l’ho sentita come una sconfitta in più. Due popoli che devono vivere insieme. Con quella soluzione saggia: due popoli due Stati. L’accordo di Oslo: due Stati ben limitati e Gerusalemme con uno status speciale». 

I rapporti tra Israele e Vaticano ultimamente non sono proprio distesi e in sintonia. Per la seconda volta nell'arco di due settimane il governo israeliano ha protestato formalmente perchè dalle autorità cattoliche presenti in Terra Santa erano stati posti sullo stesso piano l'azione di Hamas con la difesa legittima che sta portando avanti Israele, dopo che i terroristi hanno ucciso 1200 persone solo perchè ebree. Ad essere finito sotto la lente d'ingrandimento è stato il messaggio pubblicato dai Patriarchi cristiani in terra Santa. Troppo bipartisan. 

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