Papa Francesco al Tg1: «L'antisemitismo c'è ancora, la Shoah non è bastata. Ogni guerra è una sconfitta, servono due stati»

Il pontefice ha risposto alle domande del direttore del Tg1 Gian Marco Chiocci

Papa Francesco al Tg1: «L'antisemitismo c'è ancora, la Shoah non è bastata»
Papa Francesco al Tg1: «L'antisemitismo c'è ancora, la Shoah non è bastata»
Franca Giansoldatidi Franca Giansoldati
Mercoledì 1 Novembre 2023, 20:14 - Ultimo agg. 23:55
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L'antisemitismo dilaga tra i giovani e il Papa è preoccupato. Così come ha paura che si allarghi il conflitto israelo-palestinese, sconfinando oltre la regione mediorientyale e coinvolgendo altri attori internazionali. Parla di un'ora buia, di una terza guerra mondiale fatta a pezzetti, dove tutto sembra collegato dalla industria delle armi che continua a macinare profitti altissimi. In una lunga intervista al Tg1 Francesco si concede per una riflessione che spazia dalla geopolitica alla situazione interna alla Chiesa, per arrivare alla sua salute e ai progetti, il primo del quale è il viaggio che farà a dicembre negli Emirati Arabi per prendere parte alla COP28, la conferenza sul clima. 

ISRAELE E PALESTINA

«Ogni guerra è una sconfitta. Non si risolve nulla con la guerra. Niente. Tutto si guadagna con la pace, con il dialogo. Sono entrati nei kibbutz, hanno preso ostaggi. Hanno ucciso qualcuno. E poi la reazione. Gli israeliani andare a prendere quegli ostaggi, a salvarli. Nella guerra uno schiaffo provoca l’altro. Uno forte e l’altro più forte ancora e così si va avanti. La guerra è una sconfitta. Io l’ho sentita come una sconfitta in più. Due popoli che devono vivere insieme. Con quella soluzione saggia: due popoli due Stati. L’accordo di Oslo: due Stati ben limitati e Gerusalemme con uno status speciale». 
 

ARMI

«Il problema più grave ancora sono le industrie delle armi. MI dice una persona che capisce di investimenti, che ho conosciuto in una riunione, mi diceva che oggi gli investimenti che danno più reddito sono le fabbriche delle armi». 

 

GAZA

«Chiamo tutti i giorni e c’è anche una suora argentina lì e il parroco era a Betlemme nel momento che è scoppiato tutto questo e non è riuscito a tornare perché era andato a Betlemme ad acquistare medicine. Adesso è a Gerusalemme ma non può entrare. E il viceparroco egiziano, padre Yussuf mi dice “ma questo è terribile, adesso l’ultima cosa è che hanno bombardato l’ospedale ma a noi in parrocchia ci rispettano, in parrocchia abbiamo 563 persone, tutti cristiani e anche qualche musulmano. Bambini ammalati dei quali si prendono cura le suore di Madre Teresa”. In questa piccola parrocchia si trovano 563 persone. Per il momento, grazie a Dio, le forze israeliane rispettano quella parrocchia». 

 

ANTISEMITISMO 

«Purtroppo l’antisemitismo rimane nascosto. Lo si vede, giovani per esempio, di qua e di là che fanno qualche cosa. E’ vero che in questo caso è molto grande ma c’è qualche cosa sempre di antisemitismo e non è sempre sufficiente vedere l’Olocausto che hanno fatto nella seconda guerra mondiale, questi 6 milioni uccisi, schiavizzati e non è passato. Purtroppo, non è passato. Non saprò spiegarlo e non ho spiegazioni è un dato di fatto che io lo vedo e non mi piace».

 

UCRAINA

«Quella guerra, penso al popolo ucraino, non dobbiamo giudicarlo oggi. Il popolo ucraino è un popolo martire, ha avuto persecuzioni al tempo di Stalin, molto farti. E’ un popolo martire. Ho letto un libro commemorativo su questo e sul martirio terribile è stato terribile, Siberia .. è stato un popolo che soffre tanto e adesso qualsiasi cosa gli fa rivivere quello io li capisco e ho ricevuto il presidente Zelensky, capisco, ma ci vuole la pace. Fermatevi! Fermatevi un po’ e cercate un accordo di pace, gli accordi sono la vera soluzione di questo. Per ambedue».

 

RUSSIA

«Il secondo giorno della guerra in Ucraina sono andato all’ambasciata russa, ho sentito che dovevo andare lì e ho detto che ero disposto ad andare da Putin se serviva a qualcosa.

L’ambasciatore bravo, ha finito adesso, un funzionario della Russia. E da quel momento ho avuto un buon colloquio con l’ambasciata russa. Quando io presentavo dei prigionieri, io andavo lì e loro liberavano, hanno liberato anche da AZOV. Insomma l’ambasciata si è comportata molto bene ne liberare le persone che si potevano liberare. Ma il dialogo si è fermato lì. In quel momento mi scrisse Lavrov: “Grazie se vuole venire, ma non è necessario”. Io volevo andare da entrambe le parti».

 

MIGRANTI

«Sono cinque i paesi che soffrono più la migrazione: Cipro, Grecia, Malta, Italia e Spagna. Sono quelli che ricevono di più. Poi quando questi migranti dall’Africa vengono dalla Libia vediamo le crudeltà dei lager libici, c’è una crudeltà lì, terribile (...)L’Europa deve essere solidale con questi, non possono questi cinque paesi prendere tutti e i governi dell’Europa devono entrare in dialogo. Ci sono piccoli paesi vuoti con dieci, quindici anziani e hanno bisogni di gente che vada a lavorare lì. C’è una politica migratoria con i passi della migrazione: riceverli, accompagnarli, promuoverli e inserirli nel lavoro. Che si inseriscano. E una politica migratoria del genere costa. Ma io penso alla Svezia che ha fatto un bel lavoro al tempo delle dittature latinoamericane. E’ pieno di latinoamericani lì e li hanno sistemati subito: arrivava il migrante, il giorno dopo a studiare la lingua e poi a sistemare con il lavoro. Integrare. Ma se uno non integra il migrante c’è un problema. A me sempre viene in mente l’attacco terroristico all’aeroporto Zaventem in Belgio: i ragazzi erano tutti migranti ma migranti non inseriti, erano migranti chiusi e questo è brutto. Una politica migratoria deve essere costruttiva per il bene del paese e per il bene loro e anche paneuropea. Mi è piaciuto quando la presidente della Commissione europea è andata lì a Lampedusa a vedere: questo mi piace perché sta cercando di prendersi questo». 

 

DONNA

«In Vaticano ci sono più donne nel lavoro, per esempio la vicegovernatrice dello Stato Vaticano è una donna, una suora, e il governatore ha un ruolo più generico ma quella che comanda è lei. Nel consiglio dell’economia che sono sei cardinali e sei laici, di questi sei laici, cinque sono donne. Poi ci sono già segretarie al posto dei monsignori: il segretario della vita consacrata è una donna dello sviluppo umano integrale una donna, nella commissione per scegliere vescovi ci sono tre donne, perché le donne capiscono cose che noi non capiamo, le donne hanno un fiuto speciale per la situazione e ci vuole, credo che vanno inserite nel lavoro normale della Chiesa. Per le ordinazioni c'è un problema teologico, non un problema amministrativo. Le donne possono fare di tutto nella Chiesa anche si può avere una Governatrice, non c’è problema. Ma dal punto di vista teologico, ministeriale, sono cose diverse». 

 

SINODO 

Il risultato è positivo. Si è parlato di tutto con tutta libertà. E questa è una cosa bella e si è riuscito a fare un documento finale, che va studiato in questa seconda parte per la prossima seduta a ottobre, come quello della famiglia, anche questo è un Sinodo in due tappe. Credo che siamo arrivati proprio a quell’esercizio della sinodalità che san Paolo VI aveva voluto alla fine del Concilio perché si era accorto che la Chiesa dell’Occidente aveva perso la dimensione sinodale che invece hanno gli orientali».

 

CELIBATO PRETI 

«E’ una legge positiva, non è una legge naturale: i preti nelle Chiese cattoliche orientali si possono sposare e invece nelle occidentali c’è una disciplina dal secolo XII, credo, che incominciò il celibato. Ma è una legge che può essere tolta, non c’è problema. Non credo che aiuti». 


OMOSESSUALI

«La Chiesa riceve le persone, tutti e non si domanda come sei. Poi dentro ognuno cresce e matura nella sua appartenenza cristiana. E’ vero che oggi è un po’ alla moda parlare di questo. La Chiesa riceve tutti. Un’altra cosa è quando ci sono delle organizzazioni che vogliono entrare. Il principio è questo: la Chiesa riceve tutti coloro che possono essere battezzati. Le organizzazioni non possono essere battezzate. Le persone sì.
 


I MALI DELLA CHIESA

«Si è fatta tanta pulizia. E’ stato coraggioso Papa Ratzinger in questo. Ha preso in mano quel problema e ha dato tanti passi e poi lo ha consegnato per finire. Questo va avanti. L’abuso, sia di coscienza, sia sessuale, sia di qualsiasi cosa, non va tollerato. E’ contrario al Vangelo, il Vangelo è il servizio non l’abuso e noi vediamo tanti episcopati che hanno fatto un bel lavoro per studiare gli abusi sessuali ma anche gli altri. Noi non abbiamo la cultura di lavorare contro gli abusi: per esempio la statistica che ho ricevuto da un’entità internazionale che lavora su questo, dal 42 al 46 per cento degli abusi sono in famiglie o nei quartieri e la gente ha l’abitudine di coprire tutto. E’ brutto questo, è brutto». 

 

COP 28

Sì, andrò a Dubai. Credo che partirò il primo dicembre fino al 3 dicembre. Starò tre giorni lì. 

FIDANZATA

Prima di prendere i voti si è mai fidanzato?
Sì. Una ragazza molto buona. Lavorava nel cinema. Era buona. Poi l’ha ritrovata l’arcivescovo di Rosario in una parrocchia con il marito, i figli.


 

SALUTE

«Ancora vivo, sai. Ho il problema del ginocchio che sta migliorando. Adesso posso camminare bene e poi ho avuto due interventi alla pancia: il primo per una diverticolite nel colon trasversale, mi hanno tolto un pezzo e poi succede quello che succede quando ti aprono la pancia. E l’ultima ho fatto l’intervento. Hanno lavato, io ho visto il filmato. Mancava il sapone, soltanto. Lavavano le aderenze. E adesso sto benissimo. Posso mangiare di tutto». 

 

MESSI

E’ stato consegnato l’ottavo pallone d’oro a Messi. Tra Maradona e Messi chi preferisce?
«Io dirò un terzo. Pelé». 

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