Città del Vaticano – I Pandora-Papers – i documenti affiorati grazie al lavoro dell'International Consortium of Investigative Journalists (ICIJ) – potrebbero spiegare il giallo dell'esistenza di fondi off-shore milionari riconducibili al fondatore dei Legionari di Cristo, Maciel Marcial Degollado di cui si è spesso parlato in Vaticano ma senza mai trovare riscontro. Degollado è stato il prete messicano morto ottuagenario nel 2008 e accusato di crimini orrendi, abusi su minori, corruzione, plagi sistematici e di essere persino un morfinomane: uno dei casi più terribili della Chiesa moderna che riuscì a farla franca fino alla fine perchè fu coperto a vari livelli al di là del Tevere. Venne punito (non severamente) solo nel 2006, a due anni dalla morte, da Papa Benedetto XVI quando poco dopo la sua elezione gli impose di dimettersi dai Legionari di Cristo (che vennero poi commissariati), ritirarsi a vita privata e non celebrare più in pubblico. Morì di cancro al pancreas in una clinica in Florida circondato dai suoi più stretti collaboratori, da quella che era la sua seconda 'moglie' Norma e da sua figlia, Normita, all'epoca poco più che adolescente.
I Legionari di Cristo
Il cardinale Velasio De Paolis quando divenne commissario dei Legionari di Cristo nel 2010 con il compito di “de-maciellizzare” e purificare una struttura considerata in pericolo per l'influenza nefasta di padre Maciel, iniziò anche a dare la caccia ai famosi conti off-shore milionari di cui si favoleggiava.
Undici anni dopo, grazie al lavoro investigativo e ai documenti pubblicati relativi ai Panama Papers qualche risposta agli interrogativi del cardinale De Paolis sembrano affiorare.
Quel trust, chiamato Retirement and Medical Charitable Trust, era destinato «a ricevere e distribuire donazioni specificamente destinate a coprire le spese a beneficio dei sacerdoti e delle persone consacrate agli anziani e agli infermi, o per altri scopi religiosi, caritatevoli ed educativi».
Nell'ambito dei Pandora Papers è anche emerso che fu il sacerdote legionario, Luis Garza Medina, ex braccio destro di padre Maciel, a creare insieme ai suoi fratelli Dionisio e Felipe, due trust in Nuova Zelanda, che avevano come beneficiari i Legionari e che arrivarono a controllare quasi 300 milioni di dollari di investimenti.
La Congregazione
La Congregazione dei Legionari si è difesa affermando che i fondi sono riconducibili ad un singolo sacerdote e che non hanno visto il coinvolgimento dell'istituto nella gestione. Affermano di avere sempre rispettato le leggi, anche se ammettono la richiesta di prestiti a quei due fondi finiti per sostenere sacerdoti anziani e malati e per opere di beneficienza. La persona non citata nel comunicato dei Legionari sarebbe il sacerdote che storicamente si e' occupato delle finanze della Congregazione: Luis Garza Medina. I due trust si chiamano: Salus Trust e AlfaOmega Trust.
I Legionari di Cristo hanno anche aggiunto che la commissione vaticana che fece i controlli sulle sue finanze tra il 2010 e il 2014 non ha trovato «malversazioni o altre irregolarità negli anni fiscali esaminati».
Garza Medina, 64 anni, e' stato prima braccio destro di Maciel, poi vicario generale; negli anni Novanta il suo nome è finito anche nell'inchiesta sulla piaga della pedofilia.
La Congregazione dei Legionari di Cristo ha anche spiegato che «amministra le proprie risorse secondo norma di legge civile e canonica in ogni paese in cui è presente». E ancora. «Il fondo fiduciario non è mai stato usato per investire fondi della Congregazione. In alcuni casi, istituzioni relazionate con i Legionari di Cristo hanno chiesto prestiti ai due fondi fiduciari creati da questo sacerdote e dalla sua famiglia per finanziare progetti. La Congregazione sta rimborsando ai due fondi fiduciari prestiti che ha ricevuto da questo sacerdote prima che con la sua famiglia costituissero questi fondi».