Il Papa in Mongolia da oggi: missione per aprire a Pechino e Mosca, la “silk road” del Vaticano

Destinazione Ulan Bator

Da oggi il viaggio del Papa in Mongolia: missione per aprire a Pechino e Mosca, la “silk road” del Vaticano
Da oggi il viaggio del Papa in Mongolia: missione per aprire a Pechino e Mosca, la “silk road” del Vaticano
di Franca Giansoldati
Giovedì 31 Agosto 2023, 09:49 - Ultimo agg. 10:10
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CITTA' DEL VATICANO Papa Francesco partirà oggi per la Mongolia dove ci sono appena un migliaio di cattolici. Destinazione Ulan Bator, la capitale più fredda del pianeta, capace di raggiungere fino a 51 gradi sotto lo zero quando il gelo soffia dalla Siberia senza incontrare alcun ostacolo nella steppa mongola. La domanda che sorge spontanea è che cosa va a fare Bergoglio in un paese in cui la Chiesa è una minoranza a dir poco irrilevante: solo lo 0,4 per cento su una popolazione di 3 milioni e mezzo, la metà dei quali residenti proprio a Ulan Bator e il resto sparpagliato su un territorio grande cinque volte l'Italia. Una nazione in bilico tra Russia e Cina, i paesi confinanti, coi quali sussistono buoni rapporti economici, politici e diplomatici.

Per Papa Francesco è proprio la peculiare condizione di questo paese di confine (peraltro ricchissimo di materie prime, uranio, oro, ferro, terre rare, rame) a rappresentare per la geopolitica un punto di riferimento, un esempio che vale la pena portare sotto i riflettori internazionali, utile persino a immaginare risposte alla crisi ucraina. «Al di là di eventuali appelli che il Papa rivolgerà in questa circostanza è la stessa sua presenza a costituire un invito alla pace, e questo per il posto significativo che questa nazione occupa nel grande contesto asiatico» analizza il cardinale Pietro Parolin parlando a Vatican News.

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SEGNALI

Papa Bergoglio da tempo è concentrato a visitare sopratutto paesi periferici, a volte privi di una storia ecclesiale alle spalle ma certamente adatti a mandare segnali urbi et orbi. In questo caso la Mongolia dove Bergoglio ha appena nominato cardinale un giovanissimo missionario italiano, Claudio Marengo resta un avamposto nel quale il dialogo sta funzionando. Sospesa tra l'autocrazia cinese e l'imperialismo russo Ulan Bator si è ritagliata una posizione di equilibrio, difendendo al contempo i principi del multilateralismo e guardando ad una propria autonomia economica ed energetica, puntando ad uscire dall'isolamento. Per i teorici del realismo politico potrebbe essere proprio la Mongolia ad insegnare a come restare in equilibrio in un mondo in via di ridefinizione, tra sfere di influenza colossali e questioni economiche pressanti (interessante la politica energetica studiata dai mongoli dove sul suo territorio transiterà un gasdotto russo, ma nello stesso tempo ha raggiunto un accordo con la Cina per il più grande parco di energia solare mai costruito).
«Questa visita porta in sé il rispetto di ogni Paese, piccolo o grande che sia, all'osservanza del diritto internazionale, alla rinuncia del principio di forza per regolare le controversie, alla costruzione di rapporti di collaborazione coi paesi vicini» ha sottolineato Parolin.

PECHINO

Solida democrazia, emanazione di un passato comunista, erede storica del mito di Gengis Khan, per Papa Francesco il viaggio di oggi è poi un passaggio per proiettare la Chiesa sempre più verso Est, una sorta di Silk Road cattolica dove Mosca e Pechino all'orizzonte - rappresentano tappe sospirate, dentro in un quadro complesso in cui alla geopolitica si mescola la religione e a volte è difficile intravederne il confine.
 

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Alla Cina invierà un telegramma, visto che il suo aereo sorvolerà il territorio, mentre la rotta scelta non prevede il sorvolo sulla Russia. Il programma prevede incontri inter religiosi con i buddisti (ma non con il Dalai Lama al quale in Mongolia è stato impedito l'ingresso alcuni anni fa dietro le fortissime pressioni cinesi), con le autorità politiche, con la piccola comunità cristiana.

Domenica 3, il Papa presiederà un importante evento ecumenico nell’Hun Theatre. Il Papa partirà il 31 agosto alle 18.30 da Fiumicino e in 9 ore e mezzo di volo a Ulanbaatar accolto dalla ministra degli Esteri che gli offrirà una coppa di yogurt secco, dono tipico del Paese. Il primo giorno sarà dedicato agli appuntamenti istituzionali: la mattina con le autorità civili, il presidente Ukhnaagiin Khürelsükh e il primo ministro; il pomeriggio con vescovi della regione, con i sacerdoti e i missionari nella cattedrale costruita nel XX secolo imitando le Ger, le tende dei nomadi, dove è presente una statua della Madonna trovata da una donna nella spazzatura anni fa, poi intronizzata e venerata come Madre del Cielo. Il cardinale Marengo l’anno scorso ha consacrato a Lei la Mongolia. La donna che ha ritrovato la statua nella spazzatura accoglierà il Papa nella cattedrale. L’ultimo giorno Francesco inaugurerà la Casa della Misericordia, un complesso scolastico dismesso appartenente alle suore e ora allestito per dare rifugio a poveri, senza dimora, migranti e vittime di violenza domestica. Il cardinale Marengo spiega che l’annuncio del Vangelo si basa sulla carità: «Il 70% della attività della Chiesa è costituito da opere sociali, ma attraverso questo prendersi cura dell’altro con lo spirito evangelico, che è quello della gratuità, noi cerchiamo di incarnare il messaggio di Gesù, così che le persone lo possano riconoscere» dice il cardinale Marengo, grande artefice di questo passaggio nel cuore dell'Asia.

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