Un grande murale per raccontare lo scioglimento dei ghiacci, intervista ad Alfonso Mangone

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Dal mito alla ritrattistica e quindi la natura, quella rigogliosa e spontanea dell'entroterra di Salerno, dove il tempo sembra essersi fermato e la natura si incontra con la storia perpetuando un dialogo iniziato migliaia e migliaia di anni fa. E poi, ancora, quella dei monti Alburni, montagne dal colore bianchissimo dove il fascino della mitologia e dei Titani si unisce al mistero delle grotte e delle divinità rupestri. 

Ma non poteva certo mancare, nel grande murale di Alfonso Mangone, un forte e sentito richiamo al surriscaldamento climatico.

Da questi presupposti, dunque, ha preso avvio il grande murale dedicato all'orso bianco: un omaggio a questo fiero e combattente animale, un richiamo forte e accorato sui problemi del surriscaldamento climatico e lo scioglimento dei ghiacciai,  un invito ad assumere, tutti quanti, atteggiamenti corretti ed idonei per salvaguardare questa parte fondamentale e bellissima del nostro pianeta. Così, sulla grande parete del museo, ecco apparire una grande banchisa: ovunque il biancore immacolato della neve e il silenzio assoluto della natura incontaminata. All'improvviso, come in una magica apparizione, ecco avanzare il protagonista della scenografica ambientazione: il grande orso bianco. Ma il suo passo è lento e stanco, il suo pelo ha perso l'abituale biancore e qua e là si è tinto di un giallo sporco e sbiadito. Ora anche le foche, parte integrante della sua alimentazione, danzano tranquille e senza paura dinnanzi ai suoi occhi lucidi e confusi. Il feroce predatore ha perso la sua baldanza e non ha più energie per vivere, cacciare e combattere. Ciò che più colpisce, nella grande composizione del nostro artista, è l'atmosfera tragica e incombente e poi quel senso di mistero e indecifrabile sensazione che anticipa e precorre l'avverarsi di un destino già segnato.  Come sempre, bellissimi i colori di Alfonso Mangone, il bianco della neve sulla gelida banchisa, l'azzuro limpido delle acque glaciali, il nero e il blu delle foche che, come macchie scure, avanzano sicure verso il nemico ormai sconfitto e annientato da una sorte avversa. Murale fortemente sentito e dipinto quasi di getto, seguendo le sue emozioni, l'impeto del momento, le sue sensazioni più vere e profonde. Fernando Alfonso Mangone! Grande performer della contemporaneità, voce forte e inconfondibile dei nostri travagliati giorni che, con trasporto e passione, continua a denunciare problemi e disagi di una società sempre più articolata e complessa.

Intervista di Barbara Landi