La decisione è nelle mani del Tar chiamato a pronunciarsi mercoleì prossimo. In palio un posto da vicecomandante della polizia municipale a Lacco Ameno, che ha in organico in tempi ordinari meno di dieci vigili urbani. Il motivo del contendere: le modalità del bando di concorso interno al Comune. La contestazione: una formulazione che di fatto esclude dalla partecipazione personale interno con una lunga anzianità senza la laurea. E ancora la mancata applicazione di una legge recente che, attraverso una proroga, consentiva agli enti locali la possibilità di concorsi interni per progressione di carriera ai quali avrebbero potuto partecipare anche dipendenti con anzianità ma non in possesso del titolo di studio previsto.
È così che a Lacco Ameno, tra i più piccoli dei sei comuni ischitani, si è aperta una battaglia legale che vede come principali protagoniste due donne, Valeria Chiocca, laureata ma con minore anzianità di servizio, e Loreta Pisani, con una ultraventennale esperienza di servizio nella polizia municipale, senza laurea, però, al momento del varo sprint del concorso.
Sullo sfondo ci sono le posizioni dell’amministrazione comunale guidata dal sindaco Giacomo Pascale, che difende il bando, e l’attuale comandante, Raffaele Monti, che finalmente aspetta un vice per meglio organizzare il suo lavoro soprattutto in estate, quando è costretto a fare ricorso a personale aggiunto a tempo. Il tutto tra un ribollire di accuse e pettegolezzi che hanno avvelenato la vita in municipio e sul resto dell’isola.
«Aspettiamo la pronuncia del Tar - dice Giovanni Bonora, segretario del Csa, il sindacato dei vigili urbani -. Certo c’è la norma transitoria per favorire le progressioni di carriera bloccate e che favorisce i più anziani nell’ambito delle carriere interne agli enti. Si tratta di un passaggio di fascia, da C a D, come si dice per gli enti locali. Insomma, nel bando sarebbe bastato prevedere, per legge, la partecipazione anche di chi ha solo il diploma. Scelta che non è avvenuta e ha dato la stura alle polemiche e ai ricorsi. Insomma, ora il Tar potrebbe annullare tutto».
Se così dovesse essere, ritornerebbe in gioco nel concorso interno anche Loreta Pisani, con l’aggiunta che ora è anche in possesso di un titolo di studio superiore, la laurea.
Di certo, i giudici del Tribunale amministrativo regionale dovranno districare una intricata matassa di cavilli giuridici e amministrativi per salvare diritti dei singoli e doveri degli enti. Per il resto saranno i politici a manovrare e ad accapigliarsi. Chi la spunterà?