Udinese-Napoli, Osimhen vuole sorridere ancora in quello stadio che sa di tricolore

Victor segnò un anno fa il gol scudetto in casa dell'Udinese

L'urlo di Victor Osimhen un anno fa
L'urlo di Victor Osimhen un anno fa
di Bruno Majorano
Lunedì 6 Maggio 2024, 07:33 - Ultimo agg. 20:16
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L’eroe dell’ultima notte di Udine è stato un cavaliere mascherato. Perché il gol del terzo scudetto porta la firma di Victor Osimhen: una zampata da attaccante vero, da bomber che sente l’odore della porta senza nemmeno aver bisogno dell’uso della vista. E stasera il nigeriano tornerà sul luogo del delitto perfetto. Probabilmente per l’ultima volta. Sì, perché da qui alla fine della stagione sarà un lento (fino a un certo punto) addio. Da Napoli, dal Napoli, dalla maglia azzurra e dalla serie A. Negli occhi di ogni tifoso napoletano c’è ancora l’immagine di Osimhen che si strappa la maschera e corre felice come un bambino sul prato di Udine. Sapeva che quello non era solo un gol, ma era il gol: il punto esclamativo sullo scudetto. 

Il ritorno

Stasera l’atmosfera sarà diversa, più dimessa. A partire dal fatto che i cancelli del Maradona resteranno chiusi: nessuno popolerà le tribune dello stadio di Napoli in trepidante attesa di quello che succede dall’altra parte d’Italia. La squadra non lotta per lo scudetto, anzi, deve accontentarsi delle briciole lasciate dalle dirette avversarie e spera in un posto in Europa. E pure Osimhen non è più lo stesso.

Un anno fa è diventato capocannoniere della serie A, ora no. Ha segnato appena 14 reti in campionato, una quantità irrisoria se paragonata ai 26 gol della passata stagione quando fu il vero trascinatore della squadra di Spalletti. Un anno fa era il bomber con la maschera, oggi è quello con la valigia. Perché quella clausola da 120 milioni inserita all’interno del suo ricco rinnovo di contratto ha dato il via ai titoli di coda sul matrimonio con il Napoli. Lascerà: certo l’epilogo, incerta la destinazione (Psg e Chelsea spingono). Lo ha confermato qualche mese fa anche il presidente De Laurentiis, rassegnato a un destino che sembra tanto amaro quando inevitabile. 

L'umore

Ma fino all’ultimo minuto di questa stagione Osimhen vuole versare una goccia in più del suo sudore per il Napoli. Alla faccia di chi lo ha visto distante, distaccato, addirittura disinteressato alle sorti dei suoi compagni, Victor ha una voglia matta di dimostrare che questa avventura non lo ha segnato per davvero. Sa bene quanto la qualificazione in Europa possa passare dai suoi gol e per questo si dannerà l’anima in campo per aiutare i compagni a raggiungere l’obiettivo. Osimhen è un bambinone dai piedi (e dalla testa) d’oro. Vive di calcio e sente Napoli come una seconda casa. Anche mentre era impegnato con la sua Nigeria in coppa d’Africa non si perdeva un minuto delle gare degli azzurri. Sempre in contatto con i compagni, dava la carica anche a distanza. Fosse stato per lui avrebbe preso due aerei a settimana per giocare in campionato col Napoli e in coppa con la Nigeria. Gli restano quattro partite per lasciare il segno. Il secondo, dopo quello indelebile della notte del 4 maggio 2023 allo stadio di Udine. Ci penserà anche stasera, rimettendo piede sul quel prato.

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