Il duello Vannacci-Salis, il generalissimo del «rifiuto di dirmi anti-fascista e il 25 aprile me ne sono andato al mare» contro la donna anti-fascista militante pure troppo, si preannuncia come uno dei più spettacolari. Così come quello militari contro militari: Vannacci, Vincenzo Camporini (ex capo di stato maggiore dell’aeronautica in corsa con Azione) e Sergio De Caprio (il Capitano Ultimo che catturò Riina, ora generale e in lista con Cateno De Luca). E come quello destra-sinistra, nel Centro Italia dove Vannacci è capolista, tra lui e un campione del Pd come Nicola Zingaretti, rimasto l’unico pezzo forte dei dem nel Lazio in corsa per Bruxelles, mentre nelle scorse edizioni ci furono anche Gasbarra, Sassoli, Gentiloni.
I leader
I leader di partito fanno una corsa a sé, ma occhio anche a tutti gli altri.
I glocal
L’eurodeputato uscente Raffaele Stancanelli ha 30mila voti invidiatissimi ma li ha portati dal FdI alla Lega. Elena Donezzan, ex azzurra diventata donna forte del melonismo nel Nord-est, consigliera regionale dal 2005, è la più votata all’ultima tornata amministrativa in Veneto nel 2020 con oltre 10mila preferenze ma gliene vengono attribuite adesso almeno quattro volte di più. Sarà la donna da battere ma il Pd ha Alessandra Moretti che è radicatissima, più lei della iper-schleineriana Annalisa Corrado nella stessa circoscrizione. Mentre scendendo lungo lo Stivale, donna di sostanza è la tosco-leghista Susanna Ceccardi, uscente, con 50mila voti all’ultimo giro.
La morale di queste elezioni, e non solo di queste, è che meno gente va alle urne (stavolta si spera di eguagliare la partecipazione del 2019 che fu comunque bassa: 54,5 per cento) e più i ras dei voti locali (attenzione a Edy Tamajo, assessore alle Attività produttive con Schifani in Sicilia: 21mila preferenze solo a Palermo) e i signori delle tessere pesano sul risultato finale. Perciò la Lega nel Lazio - dove c’è un azzurro carico di voti che è Salvatore De Meo ma a spingerlo è il potentissimo senatore Fazzone di Fondi - insieme al capogruppo uscente Procaccini, oltre 45mila preferenze nel 2019, schiera campioni local come l’ex presidente del consiglio regionale Mario Abbruzzese (i suoi mega-poster invadono Roma e vi si legge: «Abbruzzese, l’Europa dei territori»), l’attuale vicepresidente del consiglio laziale Giuseppe Cangemi e un altro pezzo da novanta del leghismo indigeno: Davide Bordoni. E’ fondamentale insomma mettere dentro gli acchiappavoti, anche quelli che non andranno a Bruxelles. Non ci andrà certamente Totò Cuffaro, ma il suo bottino stimato (lo dice lui) 140mila voti è pronto a baciare qualcuno (la radicale Rita Bernardini?) del cartello boninian-renziano. Quanto a Cateno De Luca detto Scateno, masaniello messinese che guida 28 liste, ha conquistato da solo alle Politiche l’uno per cento e ora dice: «Un milione di voti e andiamo a Bruxelles». La lotteria è pronta.