"Vongole sul lettino", un volumetto sulle gaffes in terapia

Salvio Esposito, psicologo napoletano, ha raccolto in un libro illustrato le gaffe dei suoi pazienti

"Dottò, vongole sul lettino", un volumetto sulle gaffes in terapia
"Dottò, vongole sul lettino", un volumetto sulle gaffes in terapia
di Giovanni Chianelli
Giovedì 2 Maggio 2024, 17:54
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C’è chi ammette di stare alla “mercedes” di sua moglie, chi racconta di essere stato colpito da un corpo contro un dente e chi, filosofeggiando, sostiene che una certa cosa sia avvenuta per via della legge del contrabbasso. Quante volte ridiamo dei lapsus lessicali e le gaffes verbali degli altri? Senza riconoscere che noi stessi li commettiamo, ma siamo così poco inclini a sbeffeggiarli come quelli del prossimo.

A Napoli hanno un nome specifico e uno psicologo ha deciso di raccogliere in un libretto quelle che ha sentito in 40 anni di carriera, confezionandole con delle illustrazioni: il volume si chiama “Dottò. Facezie e vongole sul lettino” (ilmondodisuk edizioni), l’autore è Salvio Esposito mentre i disegni sono di Valentino De Luca; viene presentato venerdì 3 maggio alle 11 a palazzo Du Mesnil da Augusto Guarino, prorettore dell’università L’Orientale che cura anche la prefazione del libro, Giuseppe D'Alessandro, ordinario di storia della filosofia dello stesso ateneo, Donatella Gallone, giornalista ed editrice; durante l’incontro c’è un’incursione dell’attrice Rosalia Porcaro.

Vongole, quindi. Sotto il Vesuvio si chiamano così, ed evidentemente contagiano, tanto che una delle figure che si racconta al “dottò” riferisce di averne viste molte, a Venezia. Gli errori sono tanti e alcuni davvero incredibili, ma tanto divertenti che se pure fossero inventati nessuno avrebbe da ridire. Refusi territoriali, come il non plus ultra che diventa “non prusutto” mentre Cornelia cambia un po’ la sua discendenza in senso pirotecnico, diventando madre dei tracchi. Svarioni di carattere musicale, se si vede nell’altro una persona sui genesis o si ricorda di aver assistito a un concerto dei Pink Freud – gaffe che così omaggia anche l’altro spunto del libretto. Ed ecco le uscite di natura terapeutica: c’è chi sente dentro una certa incudine, chi è “titurbante” e chi non ha paura di affrontare un percorso cognitivo “con porta anale”.

In effetti lo stesso dottor Freud analizzò la natura dell’errore linguistico, sostenendo che il più delle volte potrebbe nascondere una verità inconscia che il paziente sta dichiarando senza volere. Certo, qualcuno leggendo questo libretto difficilmente potrà dimostrare che quel paziente vorrebbe rivolgersi a un “motorino che l’ha ringoiata” piuttosto che allo specialista di naso e gola, o che davvero, dicendo che ci vorrebbe la pazienza di Jobs intendesse alludere al padre di Apple anziché al personaggio della Bibbia. Sono vongole, comunque, fanno ridere parecchio, e aiutano al buonumore le loro tenere illustrazioni: stilizzate, in bianco e nero (come le vignette della Settimana engimistica), con al centro il famoso lettino e sempre con quell’incipit classico, “dottò”, che da una parte è un disturbo fonetico – mò ci vuole – e dall’altra una patente di competenza per il povero terapeuta costretto a sorbirsi questo abbondante sauté. Ma la professionalità è tutto e dunque il medico ascolterà in silenzio, annuendo, perchè “chi tace ha call center”.

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