Armi, soldi e petrolio entrano ed escono dalla Russia a bordo di navi che solcano le acque del mar Mediterraneo aggirando, in qualche modo, le sanzioni occidentali. Se Putin sta riuscendo da due anni a questa parte a sostenere una guerra così dispendiosa, senza destabilizzare troppo l'economia del Paese, lo deve anche alla sua «flotta fantasma».
La rotta «Sirian Express»
A partire da quelle imbarcazioni che, con l'inizio della guerra in Ucraina, hanno cominciato a fare la spola fra il porto siriano di Tartus e quello russo di Novorossik, sul Mar Nero, trasportando armi poi utilizzate dal Cremlino nel conflitto con Kiev: artiglieria di vario tipo e mezzi blindati che Mosca aveva precedentemente usato per sostenere il regime di Assad nella guerra civile in Siria.
Il caso della Sparta IV
A parlare di queste manovre è il think tank britannico Royal United Services Institute (Rusi). Nel report - scrive il Corriere della Sera - viene trattato anche il caso particolare della nave Sparta IV, un cargo civile ma di fatto riconducibile al ministero della Difesa di Mosca, che ha inaugurato una nuova rotta. Partita con i trasmettitori spenti da Tartus, l'imbarcazione ha passato lo stretto del Bosforo per attraversare il Mar Nero, salvo poi fare un'inversione a U e procedere verso il Mediterraneo.
La Sparta IV ha quindi passato il Canale di Sicilia, attraversato lo stretto di Gibilterra e fatto il giro largo nell'Atlantico per arrivare al porto russo di Kaliningrad. Al largo del Portogallo il cargo è stato scortato dalla fregata russa Grigorovich: un fatto che lascia pensare che il carico a bordo fosse considerato «sensibile» e di una certa importanza per il Cremlino. Da Kaliningrad, inoltre, il carico potrebbe essere stato trasferito in Russia: ma trattandosi di un'exlcave significherebbe che il materiale è transitato per il territorio europeo prima di giungere a Mosca.
Il commercio di petrolio che aggira le sanzioni
Putin sta alimentando l'economia russa (e la guerra) anche attraverso la vendita del petrolio, in barba alle sanzioni occidentali. Secondo il report, il Cremlino si starebbe servendo di imbarcazioni «fantasma», navi che operano sotto altra bandiera commerciando clandestinamente il greggio russo. Come? Il trasbordo del petrolio avverrebbe in alto mare sulle petroliere acquirenti, dove poi avviene anche il pagamento. L'oro nero finirebbe così in Cina o India, per poi tornare in Europa schivando le sanzioni.
La flotta fantasma
La «flotta fantasma» sarebbe composta da navi che operano senza assicurazione e al fuori dai regolamenti marittimi. Per nascondere le imbarcazioni dagli occhi dei radar nemici Mosca manipola i segnali del sistema di identificazione automatica (AIS) trasmessi dalle navi per alterarne la posizione o l'identità. Inoltre sarebbe in grado di bloccare i segnali GPS per mascherare i movimenti delle stesse imbarcazioni.