Premio Loano a Voltarelli e Salsano

Lupionopolis miglior album, Bucolica vince tra i giovani

Hiram Salsano
Hiram Salsano
Giovedì 16 Maggio 2024, 11:15 - Ultimo agg. 14:58
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È Peppe Voltarelli – con l’album «La grande corsa verso Lupionòpolis» (Visage Music) – il vincitore del Premio Nazionale Città di Loano per la Musica Tradizionale Italiana, il più prestigioso riconoscimento per la musica di tradizione in Italia, assegnato ogni anno alla migliore produzione musicale di ambito folk da una giuria composta da oltre cinquanta giornalisti specializzati e studiosi. L'ex voce del Parto delle Nuvole Pesanti ha vinto sull'omaggio di Raiz al repertorio di Sergio Bruni. Il Premio Giovani – assegnato al miglior album di musicista under 35 – va invece a «Bucolica» della cilentana Hiram Salsano: si tratta di un'autoproduzione, per cui il riconoscimento si fa ancora più prezioso.

La prossima edizione del Premio Loano si terrà dal 24 al 26 luglio 2024 nella cittadina ligure. Sarà l’edizione del ventennale, dal titolo “Venti di folk”, un traguardo importante per il Premio che si celebrerà all’insegna della grande musica folk italiana. Accanto ai festeggiamenti il festival dedicherà una serata alla ricorrenza dei 70 anni dal viaggio in Italia dell’etnomusicologo Alan Lomax con una produzione originale che ripercorre l’incredibile best of della tradizione musicale italiana compilato dallo studioso americano.

Sul palco, alcuni dei protagonisti dei due decenni del Premio saranno chiamati a testimoniare attraverso la propria musica il retaggio di quella fondamentale ricerca. 

Nella recensione del disco di Federico Vacalebre, pubblicata nel giugno dell'anno scorso su «Il Mattino», si leggeva: «La voce di Hiram Salsano viene da da un Cilento che conserva la memoria, ma per volare, che usa le tradizioni per creare futuro, anche a costo di tradirle, come lei canta, appunto, in “Tradere”. Era da tempo che sul versante del nu folk revival non si affacciava una vocella, un sorriso, una proposta così frizzante. Hiram canta, suona castagnette e tamburi a cornice ma anche la loop station e lavora su canti della tradizionale orale meridionale che spiega di aver raccolto sul campo tra le pendici dei monti Alburni e il Vallo di Diano, ma anche nelll’entroterra napoletano e l’Appennino centro-meridionale. Classe 1988, studiosa di euritmia ed etnografia, docente di danze tradizionali, crea nella bottega artigianale di famiglia manufatti in legno d’ulivo, “vive in campagna provvedendo all’autosostentamento rurale della sua famiglia”, spiega il comunicato stampa. “Bucolica”, insomma, per davvero, ma fino a un certo punto, visto che la trasmissione della memoria non vuol dire codina ripetizione della stessa, ma la utilizza come cosa viva. Una vocalità primitiva, che ricorda la lezione di Carlo D’Angiò, si fa affiancare in un lavoro corale da Catello Gargiulo (fisarmonicista e polistrumentista), Gianluca Zammarelli (chitarra battente, zampogna, ciaramella), Peppe Frana (oud), Mario Pivetta (batteria). E la loop station cerca nuove forme di trance o, se si preferisce, di ciclità, sia pur non più naturale. Da vedere (e ballare) dal vivo al più presto».

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