Camorra, parla la donna che nascondeva il boss Zagaria: «Perdrive sparita dal covo, l'ha presa un poliziotto di Pisani»

Camorra, parla la donna che nascondeva il boss Zagaria: «Perdrive sparita dal covo, l'ha presa un poliziotto di Pisani»
Martedì 24 Novembre 2015, 19:10 - Ultimo agg. 09:43
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CASERTA - La chiamano «la bionda», ma lei è semplicemente Rosaria, la donna che più di tutte conosce i segreti del capo dei capi del clan dei Casalesi, Michele Zagaria. Per cinque lunghi anni il boss è stato «ospite» nel bunker scavato sotto i suoi piedi, nella villa di via Mascagni a Casapesenna. È stata lei, Rosaria Massa, a pronunciare il nome dell’agente di polizia che si sarebbe appropriato della penna usb sottratta dalla villa di via Mascagni il 7 dicembre del 2011, durante la cattura del boss ad opera dell’ex dirigente della squadra mobile di Napoli, Vittorio Pisani. Il nome è inserito negli atti depositati ieri al Riesame (Ottava sezione).



Si tratta di un poliziotto in servizio a Napoli. Sarebbe stato lui, stando alla Massa, a sequestrare la penna usb dal covo di Casapesenna, poi sparita. A riconoscerlo è stata proprio Rosaria Massa grazie a una foto scaricata da internet e illustrata alla donna dai carabinieri del Ros e di Caserta e dai pm della procura Antimafia, Maurizio Giordano e Alessandro D’Alessio. La sparizione della pen drive era venuta a galla nella intercettazione tra i fratelli imprenditori Raffaele e Augusto Pezzella, compresa nella maxi inchiesta «Medea» che ha spedito in carcere imprenditori che si erano finti vittime del clan. Stando alla ricostruzione della Procura, la penna sarebbe poi stata pagata 50mila euro dall’imprenditore Orlando Fontana.



Le dichiarazioni





Agli atti ci sono anche le dichiarazioni di Massa, rilasciate al Ros: «Ricordo che due pen drive erano comuni, la terza era a forma di cuore con dei brillantini tipo Swarovski - spiega la donna in un interrogatorio - era legata a un ciondolo. Ricordo che la mattina delle operazioni del 7 dicembre era posizionata sulla mensola della cucina, appesa a un vaso. Ho visto che questa pennetta venne sequestrata, nel senso che venne materialmente presa da uno dei poliziotti che stavano conducendo le operazioni di cattura ed era uno degli stretti collaboratori del dottor Pisani. Non saprei che fine ha fatto».
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