Nuove opportunità di lavoro e start up: ecco come Israele vince la sfida mondiale. Tel Aviv capitale dell'innovazione

Nuove opportunità di lavoro e start up: ecco come Israele vince la sfida mondiale. Tel Aviv capitale dell'innovazione
di Giuseppe Crimaldi
Domenica 15 Febbraio 2015, 14:07 - Ultimo agg. 14:14
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Tel Aviv. Vista da vicino, Tel Aviv è molto più di una città che si è conquistata la fama di centro di divertimenti, mare e dolce vita notturna. Tra i grattacieli che continuano a crescere modificando di continuo il profilo della skyline, al di là di una modernità che esplode tra le vetrine delle gallerie d'arte, delle mostre psichedeliche e in una giornata cui sembrano non bastare mai le canoniche ventiquattr'ore nasce e cresce una nuova generazione di israeliani sempre più protagonisti del futuro.



Perché ormai è di qui che passano le coordinate della Startup Nation: un vero e proprio miracolo industriale capace di spostare addirittura i colossi aziendali dalla Silicon Valley californiana in questo spigolo di Medio Oriente.



Tel Aviv è oggi una delle aree a più alto tasso innovativo del pianeta. Tra le oltre 5000 startup presenti nel Paese l'80 per cento sono radicate qui. Veri e propri incubatori di idee, brevetti e nuove imprese che, non a caso, fanno gola a qualcosa come 300 multinazionali (a cominciare da Google, Interl, Apple) che stanno di fatto trasferendo i loro interessi sulle rive del Mediterraneo, muovendo qualcosa come più di tre miliardi di dollari in progetti che si trasformeranno in investimenti, e dunque in lavoro. Tanto lavoro e tantissimi guadagni.



Entrando nel grattacielo della Municipalità messo a disposizione dei giovani studenti di Tel Aviv intuisci che tra noi e loro non ci sono solo duemila chilometri di cielo e mare: in Italia - e soprattutto al Sud - la radicata mentalità della corsa al posto fisso e del concorso pubblico per arrivare ad un'occupazione sono radici ancora troppo profonde per cercare di sviluppare una nuova cultura del lavoro. In Israele invece tutto corre molto più velocemente e fa crescere questa nuova Silicon Valley. Qui la partita dell'innovazione si gioca a tutto campo. E così - puntando la barra su formazione, hi-tech, venture capital e idee - oggi Israele è al secondo posto dopo gli Stati Uniti per numero di startup.



All'ottavo piano del grattacielo - in un open space che nemmeno il panorama mozzafiato e la vista sulla città vecchia di Giaffa riescono a distrarre dalla concentrazione - lavorano 50 ragazzi ai quali vengono garantiti per un anno alloggio, strumenti informativi e informatici: tutto il necessario per realizzare un sogno. Dodici mesi di asisstenza formativa garantita. L'anno successivo chi è riuscito a fare il grande salto cede il posto a nuovi studenti, e così via in una giostra di idee e brevetti che verranno venduti al migliore offerente. E' così che sono già stati lanciati brevetti come la caldaia superinnovativa che fa risparmiare dal 50 al 70 per cento di energia elettrica; o la tecnologia rivoluzionaria che consente di ricaricare le batterie del telefonino senza fili e con il wi-fi, semplicemente avvitando un piccolo congegno nell'alloggio di una lampadina.



Astorre Milano ha lasciato l'Italia per approdare alcuni anni fa in questa Terra Promessa delle Startup. Oggi è managing partner di "Terra Venture partner", fondo che punta sulle energie pulite e rinnovabili: "In Israele - spiega - sono stati varati programmi a supporto della ricerca dove, a fronte di un investimento di 100mila dollari di capitale di rischio nella start up si aggiungono fino a 500mila dollari dello Stato. Non c'è nulla di così vantaggioso e questo modello attrae investitori da tutto il mondo. I fondi pubblici mettono a disposizione circa 375 milioni di dollari l'anno, in grado da soli di dar vita a centinaia di start up, e lo Stato individua pure le aree strategiche: dal biotech alle nanotecnologie, dalla sicurezza all'energia e alle scienze della vita".



L'azienda di Modena ha da poco realizzato un altro brevetto: si chiama "Silentium" ed è un sistema tecnologico capace di ridurre i rumori attraverso un sistema di onde d'urto prodotte dal rumore stesso e capace di creare una "bolla di silenzio". Applicazioni? Le più svariate: un'azienda ha da poco lanciato sul mercato lo strumento capace di ridurre di due terzi la cappa delle cucine. "Con un progetto che richiede pochi soldi - conclude Modena - si va dal cliente, gli si presenta l'idea e piano piano si conquista il mercato con un introito netto che quasi sempre è di cinque volte maggiore". Come dire: rischio d'impresa ridotto ma, soprattutto, grandi guadagni. E in questi che sono tempi difficili per tutti, con un'azienda su due costretta a chiudere i battenti, non è certo cosa da poco.
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