Lavoro: Pil in crescita, ma giovani e donne penalizzati. L'Inps: «Pensioni troppo alte»

Il presidente dell'Inps, Tito Boeri
Il presidente dell'Inps, Tito Boeri
di Valeria Arnaldi
Mercoledì 1 Aprile 2015, 10:37 - Ultimo agg. 10:46
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ROMA - Giovani e donne. Queste le categorie più colpite dalla disoccupazione. Ancora. I dati provvisori Istat sono chiari. L'occupazione a febbraio è tornata a scendere e se gli occupati di sesso maschile sono “sostanzialmente stabili”, quelli di sesso femminile, in un mese, sono diminuiti di 42mila unità, 44mila dato complessivo. Il tasso di disoccupazione per le donne sale al 14,1%, ossia +0,9 punti su anno e +0,3 sul mese. Per gli uomini è dell'11,7%, ossia +0,3% sull'anno e invariato sul mese.



Difficile anche la situazione dei giovani: il tasso di disoccupazione tra 15 e 24enni è tornato a crescere del +1,3%, attestandosi al 42,6%. Il 10,8% dei giovani non ha lavoro, ossia uno su dieci. E non si tratterebbe di neet, che non studiano e non cercano impiego, ma di chi cerca ma non trova.



«Dati oltre il limite consentito», secondo il segretario Cgil Susanna Camusso. I tecnici sottolineano che i numeri non sono confrontabili con quelli del Governo sui 79mila nuovi contratti, che «non necessariamente significano nuovi occupati, possono anche essere transizione dal tempo determinato e altri tipi di contratto». Si oscura così la speranza che si era accompagnata alla crescita registrata nel mese di dicembre e alla stabilità di gennaio. Gli occupati, a febbraio, sono diminuiti dello 0,2%.



Unico conforto, il confronto annuale: «Rispetto a febbraio 2014 - afferma l'Istat - l'occupazione è cresciuta dello 0,4% e il tasso di occupazione di 0,2 punti». Intanto, nei primi mesi del 2015, «si rafforzano i primi segnali positivi per l'economia italiana, all'interno di un quadro ancora eterogeneo».



A marzo si conferma la deflazione. Su base annua l'inflazione si riduce a -0,1%, aumenta invece dello 0,1% su base mensile. Secondo Unione Nazionale Consumatori, una coppia con un figlio, nel carrello della spesa, paga 60 euro in più l'anno. A pesare sono pure le pensioni. A segnalarlo è il presidente Inps Tito Boeri: «Ci sono persone che hanno delle pensioni molto alte che non sono giustificate dai contributi». Un problema di «equità».