Delitto di Pordenone, Giosuè per ore davanti ai magistrati. Martani: «Ha deciso di rispondere»

Delitto di Pordenone, Giosuè per ore davanti ai magistrati. Martani: «Ha deciso di rispondere»
Martedì 6 Ottobre 2015, 11:50 - Ultimo agg. 21:22
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PORDENONE - Giosué Ruotolo, unico indagato per il duplice omicidio di Pordenone, non ha rilasciato alcuna dichiarazione all'ingresso del Tribunale di Pordenone prima di sottoporsi all'interrogatorio dei magistrati della Procura di Pordenone.

Il giovane, di fronte a una cinquantina di giornalisti e telecamere, è apparso piuttosto teso, ma non si è scomposto di fronte alle richieste di spiegazioni sollecitate dai media. Il militare era accompagnato da due persone dello staff di legali che lo assistono. Pochi minuti dopo è entrato anche l'avvocato Roberto Rigoni Stern a capo del collegio difensivo. «Non posso anticipare nulla, rilasceremo dichiarazioni dopo l'interrogatorio», ha affermato Rigoni Stern di fronte alla richiesta di conferma delle indiscrezioni di stampa secondo le quali il suo assistito oggi avrebbe rilasciato dichiarazioni sostanzialmente diverse rispetto a quelle fornite durante le audizioni precedenti come persona informata sui fatti.

Ruotolo aveva detto di essere rimasto a casa a giocare con la playstation, ma la sua auto sarebbe stata ripresa vicino al palazzetto dello sport dalle telecamere della videosorveglianza comunale.

Il procuratore: ha deciso di rispondere. «Posso solo confermare che l'indagato ha deciso di rispondere alle domande dei sostituti e quindi l'interrogatorio è in corso dalla tarda mattinata di oggi».

Lo ha affermato il Procuratore di Pordenone Marco Martani intercettato dai giornalisti all'esterno del Tribunale di Pordenone. «Quella di oggi - ha aggiunto - è certamente una tappa importante dell'indagine ma non è certamente l'ultima e non sarà decisiva. Nessuna indagine mediatica: se il difensore proclama l'innocenza dell'assistito ci sta, ma dalla Procura non potranno uscire particolari coperti dal segreto istruttorio», ha concluso.

LA DIFESA: IL KILLER E' VICINISSIMO A TRIFONE

«L'indagine ci dice che il killer non veniva da lontano, ma è probabile che fosse nella cerchia degli amici forse addirittura degli ex conviventi». Lo ha affermato Nicodemo Gentile, uno dei legali della famiglia Ragone, fuori dal Tribunale di Pordenone. «Probabilmente - ha aggiunto il legale - si tratta di qualcuno nel giro molto stretto delle sue amicizie. Non bisogna pensare che dietro un grande crimine ci sia sempre un grande movente».

Il rappresentante della famiglia Ragone ha quindi lanciato «un appello a tutti coloro che sanno di parlare: dopo il ritrovamento della pistola, anche un elemento insignificante può essere utile adesso che c'è un indagato, anche qualcosa che prima poteva sembrare banale adesso potrebbe essere rivalutato».