Strage del bus, la sopravvissuta: chi deve giudicare guardi mia figlia inchiodata sulla sedia a rotelle

Strage del bus, la sopravvissuta: chi deve giudicare guardi mia figlia inchiodata sulla sedia a rotelle
di Elisabetta Froncillo
Giovedì 3 Luglio 2014, 08:14 - Ultimo agg. 08:33
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Pozzuoli. «Devono pagare tutti quelli che hanno causato questa tragedia. Tutti. Non sia coperto nessuno, e non siano fatti sconti di pena, o tutti saranno in qualche modo colpevoli». Reagisce così Annalisa Caiazzo - una degli otto sopravvissuti alla tragedia di Monteforte – alla notizia dell’arresto dei presunti responsabili. Lei, 33 anni, su quel bus viaggiava con i suoi genitori, con il marito, e con i suoi bambini, Marco di 9 anni e Francesca, di due e mezzo. Il suo nucleo familiare è l’unico ad essersi salvato per intero.



Quali sono oggi i suoi sentimenti?

«Ho sete di giustizia. E vorrei che sia i responsabili, sia chi sarà chiamato a giudicarli, guardassero mia figlia negli occhi, pieni di vita ma intrappolati in un corpo lacerato. Non soltanto hanno ammazzato quaranta persone quel maledetto 28 luglio, ma hanno spezzato anche quella che era la vita spensierata di Francy, piena di allegria, fino ad appena un anno fa».



Francesca, che oggi di anni ne ha 3 e mezzo, ha una tetraparesi spastica; suo marito Genny ha riportato un'invalidità al 75% per le ustioni. Come è cambiata la vostra vita da quel giorno?

«Praticamente viviamo tra ospedali e centri di riabilitazione».





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