Vivere fino a 100 anni? Si, ma solo in compagnia e senza dieta

Vivere fino a 100 anni? Si, ma solo in compagnia e senza dieta
Giovedì 27 Novembre 2014, 15:16 - Ultimo agg. 15:26
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Prenderebbero volentieri una pillola per vivere quanto Matusalemme, se esistesse, ma non chiedete agli italiani di invecchiare da soli o di sottoporsi a restrizioni caloriche per ritardare l’invecchiamento: per oltre due terzi della popolazione la durata ideale della vita va dai 90 ai 105 anni, a patto però di poter invecchiare con il conforto degli affetti e solo per la “via” breve e facile di un farmaco. Ma se la maggioranza vorrebbe vivere a lungo proprio per stare di più con i propri cari, anche a costo di dipendere economicamente da loro, un italiano su quattro rinuncerebbe a una vita “extra-long” se dovesse affrontarla in solitudine che soprattutto ai 44/55enni fa più paura della non autosufficienza. Lo dimostrano i risultati della prima indagine condotta per capire l'atteggiamento degli italiani nei confronti della longevità e la propensione all’invecchiamento, presentata in occasione del Congresso Nazionale della Società Italiana di Gerontologia e Geriatria (SIGG), a Bologna dal 26 al 29 novembre, che sottolinea anche come le opinioni si modifichino in parte con l'andare degli anni. L'indagine è stata promossa dalla SIGG e condotta da Datanalysis su un campione di 1000 italiani fra i 45 e i 55 anni e 1000 over 75. I risultati mostrano che la maggioranza, indipendentemente dall'età, vorrebbe vivere fino a 100 anni: solo il 10% degli italiani ritiene adeguata una durata di vita fra 85 e 89 anni, il 75% crede che l'arco dell'esistenza debba durare fra i 90 e i 104 anni e c'è un 13% secondo cui la morte non dovrebbe arrivare prima di 110 anni. “E' interessante notare che la maggioranza vorrebbe vivere a lungo per stare di più con i propri cari: solo uno su quattro desidera arrivare al traguardo dei cento anni per organizzare al meglio la propria vita e appena uno su cinque per fare ciò che non ha mai fatto prima – commenta Giuseppe Paolisso (nella foto) presidente SIGG e Rettore della Seconda Università degli Studi di Napoli – Non a caso il 25% degli italiani che dice di non voler vivere 100 anni in un caso su tre ammette che è per la paura di arrivarci da solo; inoltre, la famiglia è ritenuta il pilastro fondamentale per invecchiare bene dal 76% degli intervistati perché considerata quasi l'unico “baluardo” per proteggersi dalle difficoltà. All'avanzare dell'età cambiano lievemente gli atteggiamenti, nonostante per tutti gli affetti contino sempre più della condizione di salute e della condizione economica: i 45-55enni vedono la vecchiaia lontana e per arrivare a cent'anni dicono di essere disposti ad adattarsi alla solitudine in due casi su tre, mentre appena uno su cinque rinuncerebbe all'indipendenza economica, ritenuta un motivo di affermazione sociale e personale che si fatica a sacrificare anche solo in prospettiva; fra i più anziani si osserva il contrario, perché gli over 70 in un caso su due dipenderebbero da altri per il denaro, mentre solo uno su tre pensa di essere in grado di adattarsi a stare da solo.
I dati mostrano che l'86 % degli over 70 e l'80% dei più giovani prenderebbe una pillola “per diventare Matusalemme” mentre pochissimi, appena uno su dieci, sarebbero d'accordo a digiunare tre volte a settimana per vivere a lungo. “Numerose ricerche indicano che una dieta a ridotto contenuto calorico potrebbe contribuire ad aumentare la sopravvivenza, ma la “via breve” e facile di un farmaco per la longevità è preferita dalla maggioranza – osserva Paolisso – Eppure è con la prevenzione che si può davvero arrivare a cent'anni, attraverso uno stile di vita sano. Ma gli italiani non sono disposti a fare sacrifici per ritardare l’invecchiamento, sebbene uno su due indichi nella correzione dei fattori di rischio cardiovascolari e nell'aver compreso l'importanza di dieta e attività fisica i due elementi che più hanno contribuito ad aumentare l'aspettativa di vita nel nostro Paese. Per arrivare a spegnere cento candeline non abbiamo ancora una pillola magica, ma numerose raccomandazioni di salute che possono fare più di qualsiasi farmaco: non fumare, seguire un'alimentazione bilanciata e sana, non esagerare con l'alcol e fare costantemente un po' di attività fisica sono le regole che chiunque dovrebbe seguire per vivere a lungo e in buona salute”. L'indagine, infine, sottolinea che l'Italia non è un Paese in grado di sopperire al meglio ai bisogni degli anziani, ma nonostante questo l'86% non sarebbe disposto a cambiare residenza pur di arrivare a 100 anni. “Un'ulteriore prova dell'importanza degli affetti più vicini e del fatto che molti ancora credono nel Paese, nonostante tutto. Secondo il 63% degli over 70 e il 55% dei più giovani una società di centenari sarebbe un nuovo Paradiso, anche in Italia – dice Paolisso – Certamente però c'è bisogno di uno sforzo maggiore per creare una società che sia solidale con gli anziani e ne soddisfi le necessità, senza al contempo essere penalizzante per i più giovani: un “attrito” oggi ancora presente, come sottolinea il fatto che il 46% dei 45-55enni pensa che troppi anziani tolgano risorse ai giovani, mentre appena il 20% degli over 70 ritiene che l'invecchiamento della popolazione possa ostacolare le nuove generazioni. Gli anziani non vogliono essere un “peso” per i giovani, ma i giovani temono che questo possa accadere: sta alle istituzioni e alle loro scelte far sì che non vi siano disuguaglianze sociali e che si possa invecchiare in serenità, certi di non essere “presenze ingombranti” per figli e nipoti”.
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