«Romeo e Giulietta» con le etoile di casa al teatro San Carlo

Al San Carlo ritorna la coreografia su musica di Prokofiev, nella versione storica firmata da Kenneth MacMillan. La direttrice Clotilde Vayer: «In compagnia ci sono danzatori molto validi, non occorre invitare divi stranieri»

Romeo e Giulietta di Prokof'ev, coreografia di MacMillan
Romeo e Giulietta di Prokof'ev, coreografia di MacMillan
di Donatella Longobardi
Domenica 28 Aprile 2024, 07:19 - Ultimo agg. 29 Aprile, 07:28
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«Credo che in compagnia ci siano giovani danzatori molto bravi perfettamente in grado di affrontare anche ruoli molto complessi, non c'è bisogno di far venire i divi da fuori». Nel confermare la sua impostazione di base, madame Clotilde Vayer, direttore del balletto del San Carlo, si prepara a mandare in scena i suoi ballerini in «Romeo e Giulietta», la più nota e la più tragica storia d’amore al mondo su musica di Prokofiev, qui nella versione firmata da Kenneth MacMillan in una produzione del Birmingham Ballet dove in anni passati ad interpretarla c’era stata una étoile napoletana, Ambra Vallo.


Sei repliche

Sei le repliche previste, da stasera (alle 17) al 5 maggio con una matinée dedicata alle famiglie il giorno 4, in cui si alterneranno nei ruoli principali i divi di casa. Tra loro Claudia D'Antonio e Danilo Notaro (di scena oggi pomeriggio), Martina Fatigato, Vittoria Bruno, Stanislao Capissi, Alessandro Staiano. Ogni parte sarà adeguata alle esigenze del testo shakespeariano che prevede sul palco molti caratteri da Benvolio a Tebaldo, dalla Nutrice a Paride e Mercuzio, che affiancano i due sfortunati amanti.

Ruoli che furono di Margot Fonteyn e Rudolf Nureyev nella prima versione di questa iconica coreografia al debutto nel 1965 al Covent Garden di Londra, quasi sessant’anni fa.

Un'occasione per tutti

«In questi grandi balletti bisogna dare un’occasione a tutti i danzatori, i grandi del passato sono un esempio da seguire», insiste Vayer che con MacMillan ha lavorato in «Manon» e che già due anni fa propose questo balletto a Napoli. Anche in quella occasione, come ora, al suo fianco per riprendere la coreografia c’era Robert Tewsley, ex ballerino britannico, impegnato con la Fondazione MacMillan a tutelare l'eredità del grande coreografo. «È la vedova di sir Kenneth, lady Deborah», spiega Tewsley, «ad aver voluto che gli spettacoli del marito fossero tramandati perché per fortuna sono scritti in una sorta di partitura. Una specie di bibbia che contiene la descrizione di tutti i passi previsti in ogni singolo spettacolo e nelle versioni successive adattate su questo o quel ballerino. Io ebbi il piacere di lavorare con lui anni fa e di conoscere il suo metodo di lavoro e ora cerco di trasmettere le sue idee ai giovani. Qui ho trovato un gruppo molto preparato, orgoglioso di far parte di un teatro così antico, pronto ad assorbire le mie indicazioni».  Un’attività non facile quando si parla di un balletto come «Romeo e Giulietta» che ha dei momenti di grande danza ma è anche estremamente descrittivo. Siamo a Verona, c’è la casa di Giulietta e il suo balcone, c’è la piazza del mercato e la tomba. Ricca l’azione e la pantomima. Per non parlare del duello a suon di fioretto tra Montecchi e Capuleti per cui è prevista la scuola di un vero maestro d'armi, Renzo Musumeci Greco.

Gesti naturali

«Il teatro è vita, e mai come in questa occasione c’è davvero tutto: danza accademica e di carattere, amici e nemici, un amore contrastato, veleni e delitti. Ma bisogna arrivare a rendere i gesti naturali, per questo si deve dimenticare la tecnica e fare proprio quel determinato movimento indicato dal coreografo. E non a caso dopo MacMillan abbiamo in programma Jerome Robbins e Roland Petit, autori diversi tra loro, un patrimonio per chi li interpreta», nota la Vayer, pronta ad assumere anche l’onere di direttore della scuola di ballo dall’1 settembre, quando Stéphane Fournial lascerà il proprio incarico: «È una bella sfida, ma non sarò sola. In fondo è una questione di organizzazione. Ci sono bravissimi maestri collaboratori che mi affiancano. Comunque è importante che si realizzi una piena sintonia tra scuola e compagnia, in modo da creare una unione più forte tra i professionisti e i giovani allievi e individuare subito i talenti più promettenti da lanciare. È magico vedere la compagnia che man mano si forma. La danza classica fatta bene è magnifica».

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