Concordia, Schettino attende la sentenza. Il legale: «Perseguitato, no all'ergastolo»

Concordia, Schettino attende la sentenza. Il legale: «Perseguitato, no all'ergastolo»
Mercoledì 11 Febbraio 2015, 12:03 - Ultimo agg. 20:21
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GROSSETO - Ci siamo. Ecco le ultime battute per il processo per il naufragio della Costa Concordia davanti al Tribunale di Grosseto, che vede come unico imputato l'ex comandante Francesco Schettino. Stamani l'udienza è ripresa alle 10 con la replica dell'avvocato Marco De Luca, legale di Costa Crociere. Ieri sera l'avvocato aveva avuto un malore in aula proprio mentre parlava.

SCHETTINO PRESENTE ALL'ULTIMA UDIENZA L'ex comandante della Costa Concordia Francesco Schettino è presente in aula per l'ultima udienza del processo che lo vede imputato per il naufragio all'Isola del Giglio.

PERSEGUITATO «Il comandante Schettino - ha proseguito il suo avvocato, Domenico Pepe - non si può muovere, non può andare al ristorante.

Qui a Grosseto ci siamo dovuti nascondere sperando di non essere visti. In questi tre anni è come se avesse subito 30 anni di carcere». «Se è responsabile lo si condanni, ma non dileggiamolo», ha aggiunto il difensore. «Credo - ha anche detto Pepe - che quelli del pubblico ministero siano stati voli pindarici. È stata messa insieme una quantità enorme di dati difficilmente interpretabili da un comune mortale. È stato un enorme minestrone di cui difficilmente si è colta la sintesi se non dopo mesi grazie al nostro miglior tecnico, che è stato Schettino stesso».

L'AVVOCATO: "IN TRE ANNI HA ESPIATO 30 ANNI DI CONDANNA" «In tre anni Francesco Schettino ha espiato più di 30 anni di condanna e questo perchè è accusato di aver abbandonato la nave. Ma questa non è la verità. Lui non ha abbandonato la nave». Lo ha detto l'avvocato Domenico Pepe, legale di Francesco Schettino, nel corso della replica nell'ultima udienza del processo per il naufragio della Costa Concordia. «Il mio cliente ha sofferto la peggiore delle offese: ha subìto di tutto - ha affermato tra l'altro Pepe - è stato dileggiato, perseguitato e aggredito». Intorno a questo processo, ha aggiunto il legale dell'ex comandante, «abbiamo visto tanti uccellacci e speculazioni di ogni tipo e la peggiore vittima è stato il mio cliente nei confronti del quale praticamente è stato richiesto un ergastolo».

IN LACRIME. L'ex comandante Francesco Schettino è scoppiato in lacrime in aula. «Sono stato accusato di mancanza di sensibilità per le vittime: cospargersi il capo di cenere è un modo per esibire i propri sentimenti. Una scelta che non ho fatto. Il dolore non va esibito per strumentalizzarlo», ha detto Schettino nella sua dichiarazione spontanea in aula leggendo un testo. Schettino ha iniziato a parlare di «momenti di dolore che ho condiviso coi naufraghi a casa mia», ma dicendo questo si è messo a piangere aggiungendo «Non volevo questo», quindi ha interrotto il suo intervento. Una condanna, ha aggiunto Schettino, «che soddisfi il progetto iniziale di logiche utilitaristiche chiare». Il comandante della Concordia ha parlato di «dolore per quanto avvenuto». «È difficile definire vita quella che sto vivendo». Anche i «media sono caduti nella trappola, benchè non tutti. Hanno distorto la realtà dei fatti». L'udienza è cominciata con la conclusione della replica di Costa Crociere, interrotta ieri sera a causa di un malessere all'avvocato Marco De Luca. Lo stesso legale, che era stato soccorso dal 118 e portato in ospedale per accertamenti medici, ha criticato le richieste di risarcimento delle parti civili alla compagnia di navigazione.