Yara, Bossetti: «Uccisa per una vendetta. Giuro sui miei figli di essere innocente»

Massimo Bossetti
Massimo Bossetti
Domenica 13 Luglio 2014, 10:11 - Ultimo agg. 17:56
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BERGAMO - «In cantiere dicevano tutti che Yara era stata uccisa per una vendetta contro il padre, Fulvio Gambirasio. Il dna mi incastra? Ma io giuro sui miei tre figli che Yara non l'ho mai né conosciuta, né vista, né incontrata».Sono le parole di Massimo Bossetti durante il primo incontro con il gip Vincenza Marcora il 19 giugno.



Nei verbali pubblicati oggi dal quotidiano «La Repubblica» il muratore ricostruisce in maniera dettagliata la giornata del 26 novembre 2010: «Sono tornato a casa dopo il lavoro, ho fatto la doccia, ho cenato con moglie e figli, ho guardato un po' i quaderni dei miei bambini, giocato con loro che vanno sempre a letto alle 21. Poi sono stato sul divano a guardare la televisione... Sono un uomo metodico, un abitudinario. Faccio sempre le stesse cose: lavoro, doccia, cena, divano».



IL DNA «E' impossibile che sia stato trovato. Ma se venisse dimostrato senza nessun dubbio che il Dna è mio, bisognerà capire perché è stato trovato lì. Io non lo so».



SI PROCLAMA INNOCENTE «Non ho mai fatto male a nessuno. Ho 43 annni, ho la testa sulle spalle, un bel lavoro, una bella moglie e tre figli che mi aspettano a casa tutti i giorni. Mai avrei potuto fare una cosa così. Glielo posso giurare sui miei figli: non ho fatto niente».



Sulla sua presenza nella zona della palestra dimostrata dalle celle telefoniche, il muratore approfondisce con queste parole: «In quei giorni lavoravo nel cantiere di mio cognato Osvaldo Mazzoleni, in via Prato Marone a Palazzago. Per tornare a casa percorrevo il tragitto abituale e passavo anche davanti al centro sportivo di Brembate».






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