«Il femminicidio? Colpa ​delle mogli che non amano più i mariti»

«Il femminicidio? Colpa ​delle mogli che non amano più i mariti»
Mercoledì 24 Giugno 2015, 09:39 - Ultimo agg. 09:47
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Imbarazzi e polemiche tra il Vaticano e Kiko Arguello, iniziatore del cammino neocatecumenale, che ha parlato dal palco di San Giovanni in Roma sabato 20 giugno in occasione del Family Day.



Ciò che è stato sottovalutato, passando quasi inosservato, è il passaggio fatto da Arguello sul 'Femminicidio'. "Dicono che questo tipo di violenza di genere sia a causa dalla dualità maschio-femmina. Bene, non è così. Se quest'uomo (riferito all'uomo svizzero che rapì le figlie e poi si uccise? è ateo nessuno gli conferisce l'essere come persona, ha solo una moglie che gli dà un ruolo: "Tu sei mio marito" e così lui si nutre dell'amore della moglie". Dice Arguello.



"Ma se la moglie lo abbandona e se ne va con un'altra donna quest'uomo può fare una scoperta inimmaginabile - prosegue - perché questa moglie gli toglie il fatto di essere amato, e quando si sperimenta il fatto di non essere amato allora è l'inferno. Quest'uomo sente una morte dentro, così profonda che il primo moto - spiega Arguello - è quella di ucciderla e il secondo moto, poiché il dolore che sente è mistico e terribile, piomba in un buco nero eterno e allora pensa: 'Come posso far capire a mia moglie il danno che mi ha fatto?'Allora uccide i bambini. Perché l'inferno esiste. I sociologi - conclude il passaggio - non sono cristiani e non conoscono l'antropologia cristiana, il problema è che non possiamo vivere senza essere amati prima dalla nostra famiglia, poi dagli amici a scuola, poi dalla fidanzata e infine da nostra moglie".



ARGUELLO: "IL PAPA STA CON NOI" Prima di prendere la parola, fa montare un crocifisso accanto alla postazione da cui parlerà. E le sue prime parole sono accompagnate da un boato di esultanza e di gioia. Kiko Arguello, pittore ma soprattutto iniziatore del cammino neocatecumenale, ha preso la parola, al Family Day a piazza San Giovanni, tra grida di gioia della folla che lo ascoltava. Ha parlato di tutto, intervallando le parole con canti, in spagnolo e in italiano. Molti i temi del suo lungo intervento: dall'«Europa che sta combattendo contro il Vangelo», al 38% dei italiani che ormai non battezza più i figli, all' Apocalisse, al diritto-dovere dei genitori di educare i propri figli, ai bambini infelici cresciuti da omosessuali. Ma soprattutto ha attaccato la Cei, la Conferenza Episcopale italiana. «Sembra che il segretario della Cei abbia detto altro, ma il Santo Padre sta con noi», ha puntualizzato Arguello dal palco del Family Day. «Qualche tempo fa ho scritto al Santo Padre, dopo aver ricevuto le lettere di alcune famiglie di Brescia e Verona che lamentavano tentativi di infiltrazione nelle scuole di progetti educativi di destrutturazione dell'identità sessuale dei bambini - ha raccontato - e il Papa mi ha risposto quando, domenica scorsa, ha detto che ci sono ideologie che colonizzano le famiglie e contro cui bisogna agire. Qualcuno sbaglia se pensa che non gli piacciono i cortei: il Santo padre sta con noi. Noi siamo qui contro l'ideologia gender: del resto lo stesso Gesù cristo è stato 30 anni in famiglia». «L'idea di gender - ha proseguito - semina l'ateismo. Ma se abbiamo famiglie cristiane abbiamo vinto: nessuno può farcela contro di noi». Pronta e forte la risposta della Cei. «Piazza viva! Nel suo intervento Argello si è, però, reso protagonista di una caduta di stile gratuita e grave», dichiara al Sir, il Servizio d'informazione religiosa don Ivan Maffeis, direttore dell'Ufficio nazionale per le comunicazioni sociali della Cei, in merito alle affermazioni di Kiko Argello. «Contrapporre il Papa alla Cei e, nel caso specifico, al suo segretario generale, è strumentale e non veritiero», commenta don Maffeis. Arguello ha voluto illustrare ai manifestanti - quando ormai la pioggia ricominciava a cadere sulla piazza e molti tentavano di ritrovare la via di casa - la propria teoria sul femminicidio: «dicono che questa violenza sia dovuta alla dualità maschio-femmina, ma non è così». La verità, secondo l'iniziatore del cammino neocatecumenale, «è che l'uomo sperimenta di non essere più amato dalla sua donna, sente un dolore profondo, e cade in un buio nero che gli fa provare la voglia di uccidere. Tutti abbiamo bisogno di essere amati, la verità è che nessuno può vivere senza amore».



DON MAFFEIS (SIR), "DA ARGUELLO CADUTA DI STILE" «Piazza viva! Nel suo intervento Arguello si è, però, reso protagonista di una caduta di stile gratuita e grave». È quanto dichiara al Sir, il Servizio di informazione religiosa, don Ivan Maffeis, direttore dell'Ufficio nazionale per le comunicazioni sociali della Cei, in merito alle affermazioni di Kiko Arguello, iniziatore del Cammino Neocatecumenale, durante la manifestazione promossa oggi a Roma, in piazza San Giovanni, dal Comitato «Difendiamo i nostri figli». «Sembra che il segretario della Cei abbia detto altro ma il Santo Padre sta con noi - ha detto Arguello dal palco -. Ho scritto al Santo Padre, dopo aver ricevuto le lettere di alcune famiglie - ha aggiunto - e il Papa mi ha risposto quando, domenica scorsa, ha detto che ci sono ideologie che colonizzano le famiglie e contro cui bisogna agire. Qualcuno sbaglia se pensa che non gli piacciono i cortei». «Contrapporre il Papa alla Cei e, nel caso specifico, al suo segretario generale è strumentale e non veritiero», commenta don Maffeis.