Servillo e Sorrentino coppia da Oscar per Eduardo. Il teatro in tv una sfida vinta

Servillo e Sorrentino coppia da Oscar per Eduardo. Il teatro in tv una sfida vinta
di Titta Fiore
Lunedì 3 Novembre 2014, 13:33 - Ultimo agg. 15:21
4 Minuti di Lettura

Le telecamere di Paolo Sorrentino ”addosso” agli attori, e i volti di Toni e Peppe Servillo in primo piano, vicinissimi, affilati in un corpo a corpo di emozioni raggelate, di pensieri sottaciuti. Di parole cupe come può essere nero il fondo della coscienza degli uomini, o improvvisamente divertenti, come il graffio della commedia dell’arte. E poi il gioco di ombre che tallona Servillo alla fine del primo atto, perché di ombre è affollata la sua mente smarrita tra sogno e realtà, e non sono altro che ombre innervate di vero i personaggi che gli si muovono intorno. Parenti, vicini, servette, gendarmi, tutti insieme e tutti nemici, dimentichi di ogni vincolo di sangue e di ogni sentimento di convivenza civile.

La diretta delle «Voci di dentro», la commedia di Eduardo De Filippo che Toni Servillo sta portando trionfalmente in scena per il mondo, trasmessa domenica pomeriggio su Raiuno con la regia di Paolo Sorrentino, è fatta di questo gioco sapiente dei particolari, della ricerca raffinata di senso, di un sentimento rispettoso e riverente verso il grande drammaturgo che scrisse quel testo profetico nel 1948 e sembra che parli di oggi.

Nel nome di Eduardo e nel trentennale della sua scomparsa, dal San Ferdinando che è stato il suo teatro, è partita una piccola, grande rivoluzione.

Semplicemente, clamorosamente, il teatro è tornato nelle case degli italiani in una fascia di grande ascolto. Non accadeva da anni. Nello spazio che era di «Domenica in», al posto del solito chiacchiericcio abusato da talk-show, la rete ammiraglia Rai ha scelto a buon diritto di mandare in onda un evento culturale di massimo appeal, dando corpo e ragione al suo ruolo di servizio pubblico. Che l’abbia fatto puntando su Napoli, sui suoi talenti da Oscar, sul suo drammaturgo più celebrato è un segnale di attenzione importante. Un’apertura di credito che sarebbe un peccato disperdere, una strada tutta da percorrere.

«Dobbiamo insistere su questa linea», dice Giancarlo Leone, il direttore di Raiuno che ha deciso in dieci minuti per il sì alla diretta di ieri, dopo aver detto sì al «Francesco giullare di Dio» di Dario Fo e al Camilleri «maestro senza regole» in prima serata. Ieri ha seguito «Le voci di dentro» da un monitor sistemato nel foyer del San Ferdinando, applaudendo più di una volta a scena aperta. Una giornata speciale. Un evento «necessario», dice Francesco Pinto, il responsabile del Centro Rai di Napoli che ha fortemente sostenuto il progetto di Teatri Uniti: «Con Eduardo, Servillo e Sorrentino siamo partiti in maniera grandiosa, abbiamo cominciato dal massimo». Ora bisogna continuare, appunto. E che cosa sia capace di offrire la scena partenopea per creatività, bravura, talento, impegno, lo si è visto ancora una volta venerdì mattina nell’aula di Palazzo Madama, quando il gotha della nostra cultura e del nostro spettacolo ha reso omaggio, con Luca De Filippo, al genio di Eduardo. In diretta Rai, ancora.

Al San Ferdinando, ieri, l’atmosfera era quella delle grandi occasioni. L’emozione, l’adrenalina di andare senza rete, la soddisfazione per il risultato, la festa fanciullesca di una foto ricordo sul palco, tutti insieme, attori, regista e tecnici abbracciati e accosciati come dopo una goleada. Nei camerini Servillo e Sorrentino stemperano la tensione bevendo una birra. «È stato molto eccitante, ma anche difficile, una delle cose più difficili che mi sia capitato di affrontare nel lavoro» dice Paolo. «Un privilegio onorare Eduardo nella sua ”casa” con un testo così profondo, il teatro è uno spazio importante per la formazione delle coscienze», aggiunge Toni.

Il teatro in televisione è una scommessa che può essere vinta. E tornare all’antico può essere un buon modo per guardare al futuro, per fare tesoro di esperienze preziose e piegarle ai criteri della modernità. Non a caso il piccolo, sapiente, bellissimo corto che Sorrentino ha voluto precedesse la diretta era puntellato di citazioni della nobile pratica della commedia. E i ringraziamenti finali, con la compagnia ripresa di spalle nell’inchino al pubblico, sono uguali a quelli che Eduardo metteva a chiusura delle sue commedie registrate per la tv. Solo che lì la platea era vuota, a disvelare il gioco del teatro nel teatro. Al San Ferdinando, invece, al di là della linea di palco si è visto il pubblico entusiasta. A testimoniare il gioco di specchi tra arte e vita.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

© RIPRODUZIONE RISERVATA