Avellino, arrestato il sindaco Festa: «Ha fatto sparire un pc per occultare le prove del malaffare»

«Non hanno trovato niente. Se cercavano una bomba hanno trovato una miccetta»

Gianluca Festa porta via il computer dall'ufficio
Gianluca Festa porta via il computer dall'ufficio
Gianni Coluccidi Gianni Colucci
Venerdì 19 Aprile 2024, 07:00 - Ultimo agg. 18:29
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Alle 18,17 del 5 marzo scorso l'allora sindaco di Avellino Gianluca Festa è nel suo studio a palazzo di città a smontare la tower del suo computer con attrezzi di fortuna. Non riuscendoci, mette il Pc in una scatola, chiama un dipendente e si fa aiutare a trasportare il pesante Pc in auto. Nella sua Mercedes nera carica anche altre due scatole meno pesanti ricolme di documenti. Festa che armeggia con il computer è ripreso dalle microcamere dei carabinieri che un investigatore privato, chiamato per la bonifica dello studio del primo cittadino, due giorni prima non era riuscito a trovare.

Sono le immagini contenute nell'ordinanza di custodia cautelare della procura di Avelino che ieri ha portato ai domiciliari Gianluca Festa, una dirigente municipale e un architetto che collaborava con il Comune.

Il magistrato, a caccia del computer e documenti, il 6 marzo aveva fatto perquisire l'abitazione di Festa e quella dei genitori senza esito. Il sindaco aveva portato carte e computer ad un conoscente che l'aveva fatto sparire. Nel tragitto in auto le microspie intercettano un dialogo tra Festa e il figlio: «Cosa sono questi?», lui risponde: «Roba da buttare». 

Il sindaco la mattina del 6 marzo convoca una conferenza stampa al Comune, dove spiega ai giornalisti: «Non hanno trovato niente.

Se cercavano una bomba hanno trovato una miccetta». Se la prende con gli inquirenti: «Non consento a nessuno nemmeno ai magistrati di nutrire dubbi sulla mia moralità».

In realtà, gli inquirenti hanno trovato tanto, dato che i reati ipotizzati a carico del sindaco vanno dall'associazione a delinquere, alla turbativa d'asta alla corruzione, al falso, alla corruzione per esercizio della funzione.

Ieri l'avvocato dell'indagato ha spiegato che il computer è un vecchio modello di fabbricazione piuttosto datata, «non poteva custodire alcun elemento di interesse investigativo, se non altro perché protetto da una password nota a molti». 

I tempi 

La vicenda giudiziaria di Festa (ex giocatore di basket con qualche presenza in serie A ed ex giornalista) comincia la scorsa estate quando organizza una serie di maxi concerti per il Ferragosto. Seguono gli affidamenti diretti per l'organizzazione dei service per consentire a nomi del calibro di Tananai, Achille Lauro e Gaia di esibirsi a Ferragosto. Poi ancora a febbraio la manifestazione Eurocholate che da anni si svolge a Perugia, si trasferisce ad Avellino e Festa organizza attraverso i suoi contatti una raccolta fondi sotto forma di sponsorizzazione della manifestazione tra i fornitori di servizi del Comune. Arriva a mezzo milione di sponsorizzazioni che ottiene dalla società che riscuote i tributi per conto del Comune, dalla società che ha ottenuto l'appalto per la raccolta dei rifiuti, da un'azienda della grande ristorazione che voleva essere favorita nello smaltimento dei rifiuti e pagare meno Tarsu. Per il magistrato inquirente tutti comportamenti che erano da mettere in relazione con la vicina campagna elettorale (ad Avellino si vota a giugno). Il sindaco organizza i grandi eventi non per promuovere la città ma per ricavarne un ritorno in termini di visibilità e quindi su piano elettorale, dicono i magistrati in sostanza nell'ordinanza di custodia cautelare che lo ha portato ieri mattina ai domiciliari.

I concorsi 

Un altro filone dell'indagine su Festa è quello dei concorsi pubblici. Anche in questo caso l'inchiesta è ben documentata dalle microcamere nel suo ufficio. In un frame c'è Festa che consegna una busta al padre di un aspirante vigile urbano - ritengono gli investigatori - con le risposte da dare alla commissione esaminatrice. Il giovane però si vanta con gli amici di essere a conoscenza delle risposte e l'inchiesta sfocia in un'irruzione nel corso della prova orale. Sequestro di telefonini, perquisizioni, e per due dirigenti del Comune arriva l'avviso di garanzia. In un altro concorso per tecnici intercettazioni indicano il sindaco come colui che indirizza la commissione verso una delle concorrenti da favorire, perché vicina alla sua parte politica (che non è quella del Pd, da cui fu espulso nel 2019 quando si candidò contro i democrat al Comune).

L'inchiesta del procuratore Domenico Airoma, affidata al sostituto Vincenzo Toscano, disegna uno scenario in cui il sindaco appare come colui che decide la gestione di qualsiasi iniziativa amministrativa, indirizzando le scelte dei dirigenti come nel caso degli affidamenti degli incarichi sotto soglia. Spacchetta gli affidamenti, sia se si tratta di sostituire gli infissi al palazzo municipale, sia si tratti di illuminare un concerto rock, così da mantenersi sotto la soglia di legge che richiederebbe una gara pubblica. 

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Una gestione che è stata possibile anche grazie ad una particolare interpretazione delle norme sulla pubblicità degli atti del Comune. All'albo pretorio del Comune venivano pubblicate soltanto le determine di spesa e non le delibere. Ben 108 delibere della giunta comunale, relative proprio ad attività materia di indagine, sono state infatti rese note solo ieri l'altro nel giorno in cui si è insediato il commissario prefettizio.

In questo modo, come denunciato dai consiglieri comunali di minoranza e da un'interrogazione parlamentare dei Cinque Stelle, le decisioni dell'amministrazione erano conosciute solo a giochi fatti, quando erano stati assegnati incarichi e decisi gli affidamenti alle imprese. Un clima che ha attirato l'attenzione anche della commissione parlamentare d'inchiesta Antimafia. Ieri i commissari hanno fatto richiesta degli atti delle inchieste su tre amministrazioni comunali dove ci sono stati arresti negli ultimi giorni: Paternó, Trapani e appunto Avellino. 

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