Truffe al residence sardo, denunciato commercialista irpino

Truffe al residence sardo, denunciato commercialista irpino
Mercoledì 11 Maggio 2016, 17:52 - Ultimo agg. 12 Maggio, 21:06
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 In Irpinia commercialista di grido, in Sardegna ritenuto dalla procura il regista di una truffa. Le due vite del professionista irpino nell’ordinanza del sostituto procuratore del tribunale di Cagliari Danilo Tronci che ha portato al sequestro delle quote di una società per 700 mila euro.
Il commercialista, Marco Carmine Alaia, ha 56 anni, di Avellino, secondo la Procura sarda sarebbe il regista del sistema creato per far pagare le spese per la ristrutturazione dell’hotel Rocce Rosse a Sarroch, vicino Cagliari, verso Capo Teulada, agli inquilini del residence a fianco. È l’accusa a carico di undici persone - dieci di origine campana - denunciate dalla tenenza della Guardia di Finanza di Sarroch per una truffa di circa 1,8 milioni di euro. 
I reati contestati agli indagati vanno dalla truffa all’emissione di fatture false sino all’estorsione. Il residence in questione è il «Rocce Rosse», una struttura sorta alla fine degli Anni ‘60 di fronte al golfo di Teulada, in località Sa Canna. La struttura - costituita per metà da appartamenti privati e per metà dal sito alberghiero - è stata oggetto dal 2008 di interventi per il rifacimento del tetto, posa in opera di infissi e ascensori, costruzione di una piscina e di una Spa, oltre alla realizzazione di un depuratore. I lavori sono stati assegnati appunto dal noto commercialista di Avellino, con il benestare dell’amministratore della struttura, un imprenditore cagliaritano, ad una società irpina. E anche l’impresa edile manco a farlo apposta è riconducibile al commercialista. Il quale avrebbe abilmente costruito una serie di scatole cinesi, appaltando i lavori ad altre società campane compiacenti. A quel punto, con la complicità dello studio incaricato della progettazione, sarebbero stati gonfiati i computi metrici della parte residenziale, così da far ricadere le spese sui condomini ignari. 
Ciò per giustificare i costi a carico dei privati. Le società hanno emesso fatture per operazioni inesistenti pari a cinque milioni di euro. Gli inquilini si sono anche visti recapitare decreti ingiuntivi, predisposti ad arte dalle ditte esecutrici dei lavori, con i quali veniva richiesto loro l’addebito di ulteriori spese in aggiunta a quelle già ingiustamente sostenute. L’indagine, coordinata dal sostituto procuratore di Cagliari Danilo Tronci, ha portato anche al sequestro di quote societarie per un importo complessivo di 700 mila euro.



 
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