Campolattaro, la svolta: come sarà la centrale idroelettrica

Grazie all’opera presentata a Feuromed si potrà produrre e accumulare energia: investimento da 1 miliardo di Repower

Anna Liberatore Oltre dodici chilometri di condotte idrauliche, realizzate in caverna (quindi interrate), collegheranno il lago artificiale della diga di Campolattaro al Montealto dando vita alla centrale idroelettrica a pompaggio che sarà...
Anna Liberatore Oltre dodici chilometri di condotte idrauliche, realizzate in caverna (quindi interrate), collegheranno il lago artificiale della diga di Campolattaro al Montealto dando vita alla centrale idroelettrica a pompaggio che sarà...
di Anna Liberatore
Venerdì 19 Aprile 2024, 00:00 - Ultimo agg. 09:40
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Oltre dodici chilometri di condotte idrauliche, realizzate in caverna (quindi interrate), collegheranno il lago artificiale della diga di Campolattaro al Montealto dando vita alla centrale idroelettrica a pompaggio che sarà realizzata dalla Repower.

Un investimento privato di circa un miliardo di euro con l'inizio dei lavori preventivato entro la fine del 2025 e la fine entro il 2030-2032. Il progetto è stato presentato ieri a Napoli al Feuromed, il Festival euromediterraneo dell'economia.

Come funzionerà l'impianto? L'acqua dell'invaso di Campolattaro sarà aspirata dalle pompe e trasportata su fino al bacino naturale situato in alto che sarà utilizzato dopo dei lavori di riprofilatura dei versanti e di impermeabilizzazione. L'opera sarà di grado di produrre ed accumulare energia elettrica. Quando l'acqua a monte sarà lasciata cadere a valle azionerà una turbina con un alternatore che trasformerà l'energia meccanica in energia elettrica.

E quando l'energia prodotta dalle fonti rinnovabili (pale eoliche) sarà in eccesso per la rete elettrica, la centrale la userà per invertire la turbina e riportare l'acqua in alto. Quando servirà più energia, come ad esempio nei picchi di consumo di giornata, l'acqua scenderà dal bacino superiore a quello inferiore, azionando la turbina. Per questa ragione, impianti del genere sono chiamati anche centrali di regolazione.

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«I vantaggi di questa tipologia di centrali elettriche – spiegano dalla Repower - sono diversi: una centrale idroelettrica a pompaggio è sinergica per le fonti rinnovabili non programmabili, come il solare e l'eolico: grazie alla capacità di storage di questa tecnologia, si garantisce la sicurezza e la stabilità della rete elettrica, “normalizzando” la produzione da queste fonti e riducendo il prezzo del Kwh durante i momenti di picco. Inoltre, questa tecnologia non emette alcun inquinante o climalterante in fase di esercizio ed ha uno scarso impatto paesaggistico essendo realizzata quasi interamente sotto terra, ad esclusione di alcune sezioni dell’impianto e ovviamente dei due bacini coinvolti. Rispetto ad altre soluzioni di accumulo, come le batterie, questa tecnologia non solo è più consolidata e al momento ha costi sensibilmente inferiori, ma soprattutto non si degrada la sua capacità di accumulo e quindi di rilascio dell’energia. Queste centrali si sono dimostrate, nei fatti, totalmente compatibili con altri usi dei bacini idrici coinvolti».

«Il rendimento di tali impianti – aggiungono dall'azienda -, ossia il rapporto tra l’energia prodotta quando un determinato volume di acqua viene turbinato e l’energia assorbita dalla rete per pompare lo stesso volume d’acqua, è superiore al 70%. Tale dato è di rilevanza fondamentale poiché se questa energia elettrica non venisse utilizzata nella fase di pompaggio per essere stoccata e successivamente recuperata al 70% durante il turbinaggio, essendo eccedente il fabbisogno, sarebbe interamente sprecata».

Il lago di Campolattaro è stato realizzato negli anni '80 per scopi di irrigazione. Con il passare del tempo ha assunto anche un grande valore ambientale e negli ultimi anni, in vista del completamento delle attività di collaudo della diga, i cosiddetti invasi sperimentali, la Regione Campania ne ha ridefinito l’uso delle acque destinandole a scopo potabile, irriguo ed idroelettrico. Ed infatti, oltre al progetto della centrale idroelettrica di pompaggio, c'è anche quello per la potabilizzazione delle acque finanziato con fondi regionali e in parte con quelli del Pnrr, per un importo complessivo di 705 milioni di euro. In questo ultimo caso i lavori sono stati affidati. L'opera è suddivisa in tre lotti: galleria di derivazione di 7,6 chilometri, da Campolattaro a Ponte; impianto di potabilizzazione a Ponte con serbatoio di accumulo e reti adduttrici di distribuzione irriguo e potabile da Ponte al Grassano; due impianti idroelettrici. L'intervento garantirà l'uso idropotabile a 2,5 milioni di cittadini campani, dei quali 190mila sanniti.

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