Alcol e minori, le notti di paura
aggirando la legge a Caserta

Alcol e minori, le notti di paura aggirando la legge a Caserta
di Mary Liguori
Venerdì 12 Luglio 2019, 09:41
4 Minuti di Lettura
Un'indianata lunga tre sere. In step «obbligatori», da venerdì a domenica. Adolescenti fuori controllo, molti hanno ancora la «ritirata» e una «paghetta» tutt'altro che lauta. E ci sono le regole, quelle dei bar, che certo non rischiano la licenza per servir loro qualche bicchiere. Ma loro, i ragazzi, ne sanno una più del diavolo. E per arrivare ubriachi al punto giusto nei locali, per non «sfigurare» con quelli più grandi, si organizzano su tutti i fronti. Hanno un piano e sanno metterlo in pratica. Fatta la legge, trovato l'inganno. È nell'indole dell'essere umano trovare un modo per raggirare le regole e chi è più giovane ha la mente più affilata per riuscire nell'intento. Ne è la prova il fenomeno tutto minorile del consumo sfrenato di alcol che neanche l'inasprimento delle leggi riesce ad arginare. Almeno non a Caserta. Si beve, anche a quattordici anni, grazie all'amico maggiorenne. Bastano i diciotto anni compiuti per entrare nel supermercato e far scorta di vodka, gin e chi più ne ha più ne metta.

 

Il costo non rappresenta un freno. Ché se una bottiglia di superalcolico «griffato» costa al bar 200 euro, al supermercato ne bastano una sessantina, di euro, per fare il pieno. Fanno la colletta e danno i soldi all'amico «grande»: hai voglia di bere, altro che i costi da bar dove un cocktail costa dai 5 agli 8 euro. Ed ecco che, una volta fatta la spesa, il maggiorenne di turno distribuisce il bottino tra gli amici che lo aspettano fuori al supermercato. La maggior parte dei quali non ha manco sedici anni. Di chi è la colpa di tanto sfacelo? Di nessuno. Ché nei supermercati, anche quelli aperti h24, le regole le seguono alla lettera. I cassieri chiedono il documento d'identità e dopo la mezzanotte di bottiglie di alcol non ne esce neanche una. Si rischia la sospensione della licenza per tre mesi, non ne vale la pena. Ma i ragazzi questo lo sanno, sanno che nessuno si sognerebbe di e prendono d'assalto gli scaffali dei superalcolici poco dopo il tramonto. Di tempo per sballarsi ne hanno tantissimo. Basta farsi un giro tra via Battisti e piazza Dante a Caserta per farsi un'idea della situazione. Accanto ai barboni straalcolizzati che ciondolano tra le vetrine della banca e il marciapiede, si trovano i giovanissimi intenti a bere da bicchieri di plastica che poi lasciano puntualmente per terra. Minishort da trecento euro, camicie firmate, scarpe che costano mezzo stipendio di un operaio, bivaccano affianco ai clochard coi calzoni luridi di tavernello e chissà cos'altro. I ragazzini fanno partire l'indianata, ridono, danzano, bevono fino allo sfinimento. Poi viene il blackout post sbornia. Molti si trascinano a casa dopo la spola nei vicoli, utile a tornare almeno apparentemente in sé e ingannare i genitori. Altri finiscono al pronto soccorso.
RAGAZZA IN COMA
Due sere fa, una ragazza di diciannove anni è finita al Pronto soccorso dopo essersi ridotta uno straccio a furia di scolarsi chissà quali intrugli. Per fortuna, nel vero coma etilico non ci è arrivata, e dopo un paio di lavaggi l'hanno rimandata a casa. Sua madre, il giorno dopo, si è presentata al supermercato chiedendo spiegazioni. Ma era, ed è evidente, nel posto sbagliato in cui cercare il perché delle notte bravi di sua figlia. Ché, come ha potuto dimostrare il supermercato in questione, l'alcol era stato venduto intorno alle 21 a un ragazzo che esibiva una carta d'identità che ne certificava la maggiore età.
LO SBALLO
Ma non di solo alcol vivono gli adolescenti. I porticati di piazza Margherita sono popolati da spacciatori che si mimetizzano all'ambiente. Vestiti con capi griffati, a bordo di scooteroni, non sono diversi dai tanti ragazzi che, nel fine settimana, si divertono nella vivace movida casertana. Ma i pusher non sono lì per passare qualche ora di svago. Preso appuntamento via chat, consegnano la bustina e chi si è visto s'è visto. Non di rado i malori, per fortuna nella maggior parte dei casi solo un ricordo dopo una decina di ore, sono frutto di cocktail di alcol e droghe. Per evitare guai a casa, i ragazzi si muniscono di bottiglie di latte prima di ingurgitarsi la vodka, gli shortini improvvisati e i cocktail il cui unico sapore è quello acre dell'alcol. Il latte induce il vomito, quelli più intelligenti si strafogano di crackers. Insomma, molti tornano a casa apparentemente presente a se stessi. E domani, anzi stasera, si ricomincia. Èvenerdì e per i ragazzi è il giorno che equivale alla chiamata alle armi. Anzi alle bottiglie. Ricominciano la loro indianata di tre giorni, sperando che nessuno finisca in coma etilico, che le mamme non vadano a protestare nei supermercati, e che, al ritorno a casa, riescano a infilare la chiave nella serratura.
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