Mancavano pochi minuti alla mezzanotte quando, nello struscio permanente del weekend notturno in via Ferrante, bastano solo uno sguardo o una parola di troppo a far surriscaldare gli animi dei giovanissimi che affollano la strada davanti ai baretti e ai locali della movida. Una rissa, con tanto di urla, spintoni e qualche bottiglia andata in frantumi in strada prima della fuga (subito dopo è arrivata la polizia) e prima che la musica a tutto volume continuasse a coprire lo sciamare dei giovani nei vicoli subito tornato regolare.
È questo l'inizio del racconto dell'ennesimo sabato di violenza e insonne per i residenti delle principali strade del centro storico (via Ferrante, via Maielli, via Mazzini, via Sant'Agostino, via San Sebastiano e via Vico) raccolti, come ormai d'abitudine, dal comitato “Vivibilità Cittadina”. Schiamazzi, urla e, soprattutto, musica a tutto volume, quella delle decine di locali presenti (ciascuno con i propri impianti) che vanno ben oltre quello che è l'orario previsto dai regolamenti comunali e dalle tabelle affisse all'esterno degli stessi locali trasgressori, e che, puntualmente, proseguono oltre l'orario di conclusione delle attività di controllo del territorio organizzate dalla prefettura. Le pattuglie di polizia, carabinieri, guardia di finanza e polizia locale hanno presidiato il centro della città fino all'una di domenica e, quando sono rientrate, le feste sono continuate.
Una situazione percepita, dai residenti, come un continuo e costante sopruso di cui, a dieci anni dall'inizio della lotta per una città più vivibile, non si vuole neanche più parlare. Delusione per il comportamento, definito miope, delle istituzioni che continuano a ignorare il disagio giovanile che si sfoga nelle notti della mala movida, è quella espressa dalla presidente del Comitato Rosi Di Costanzo in una lettera indirizzata al prefetto Giuseppe Castaldo, al questore Andrea Grassi e al sindaco Carlo Marino.
«Una rissa prima di mezzanotte e poi urla e schiamazzi fino alle 4 di mattina e questo tutte le notti dei weekend da dieci anni. Quello che noi segnaliamo alle autorità e alle istituzioni cittadine - sostiene Di Costanzo - non è soltanto il disagio dei residenti privati del diritto al riposo e a godere delle proprie abitazioni liberamente, ma soprattutto il disagio evidente dei giovani che viene costantemente ignorato.
Un cane che si morde la coda perché arginare il fenomeno della vendita di alcolici ai minori e delle altre irregolarità amministrative su orari di apertura e inquinamento acustico è compito del Comune ma le risorse umane a disposizione del corpo di polizia locale restano ridotte al minimo a causa del dissesto. Una situazione complicata quella che interpreta il consigliere di maggioranza Giovanni Lombardi (Insieme per Caserta) che difende l'operato dell'amministrazione anche considerata la più larga cornice istituzionale esistente a tutela del territorio. «Sul fronte dei controlli - dice - la prefettura ha saputo ben gestire questa fase di difficoltà oggettiva e l'amministrazione, con la polizia locale, ha fatto il suo dovere.
Le questioni sollevate dal comitato sono serie e il Comune può intervenire, sempre in maniera più severa, nei controlli degli esercizi pubblici. Altro tema è quello dell'educazione dei giovani, che è compito innanzitutto di scuola e famiglie. Dobbiamo anche considerare che la maggior parte delle persone che creano problemi in città arrivano dai comuni vicini». Una “invasione” certificata dalla cronaca settimanale delle risse e dei provvedimenti adottati dalle forze dell'ordine. Un fenomeno che si può combattere, secondo Lombardi, con un rafforzamento delle misure che, fin d'ora, possono essere adottate dall'amministrazione, come quella del Daspo.
«Il Comune può farlo - conclude - e dovrà adottare provvedimenti esemplari nei confronti di chi crea problemi di ordine pubblico e sicurezza, allontanandoli per il tempo più lungo possibile dalla città, anche per lanciare un segnale chiaro a tutti quelli che pensano che questa sia una terra di nessuno e non un luogo con delle regole da rispettare».