Dopo il voto favorevole, Di Nardi si reca di nuovo al centro culturale; viene perquisito prima di entrare e trovato con 5000mila euro in tasca; «servono per le bollette» dice, ma dopo essere uscito dal centro i carabinieri lo fermano e non trovano più i soldi. In un'altra circostanza i militari ascoltano Di Nardi mentre consegna 2500 euro alla De Lucia, che subito dopo viene pedinata mentre scende da casa della madre e si reca alla posta dove deposita i contanti sul suo conto. In cambio di danaro e sponsorizzazioni di 500 e 5000 ero per organizzare la manifestazione «stop femminicidio» e realizzare le luminarie, la De Lucia ha garantito le proroghe del servizio a Di Nardi, che nel 2011 aveva iniziato a lavorare a Maddaloni con affidamento diretto, ha fatto annullare le sanzioni di oltre 15mila euro comminate dal dirigente comunale alla Dhi per il servizio inefficiente, ma si è attivata anche per far vincere la nuova gara da 24 milioni di euro, in corso davanti alla Stazione Unica Appaltante; i due si accordano per una tangente di 1 milione e 200 mila euro. «Si tratta di un'inchiesta molto solida dal punto di vista probatorio» ha spiegato in conferenza stampa il capo della Procura Maria Antonietta Troncone; «le indagini - ha aggiunto il Comandante provinciale dei Carabinieri Giancarlo Scafuri - sono iniziate nel giugno 2015 e si sono concluse in pochissimo tempo, frutto del lavoro sinergico eccezionali di forze dell'ordine, procura e gip».
A far partire l'inchiesta la denuncia di un imprenditore operante nel settore dei rifiuti che voleva partecipare alla gara per il servizio di raccolta e che si è visto chiedere una maxi-tangente per vincere.