Caso appalti a Maddaloni: il pagamento delle tangenti a casa della mamma del sindaco

Caso appalti a Maddaloni: il pagamento delle tangenti a casa della mamma del sindaco
Lunedì 7 Marzo 2016, 16:07
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Avveniva a casa della mamma del sindaco di Maddaloni Rosa De Lucia il pagamento della tangenti da parte dell'imprenditore dei rifiuti Alberto Di Nardi. Lo hanno accertato i carabinieri grazie alle cimici piazzate nell'appartamento. «Diamogli 3500 euro prima del voto, gli altri dopo, così ci assicuriamo che voteranno il bilancio» dice la De Lucia a Di Nardi riferendosi a quattro consiglieri non identificati; le somma, scoprono gli inquirenti, viene consegnata da Di Nardi al sindaco presso il centro culturale dell'Assessore D'Anna due giorni prima del consiglio sul bilancio del 16 dicembre scorso.

Dopo il voto favorevole, Di Nardi si reca di nuovo al centro culturale; viene perquisito prima di entrare e trovato con 5000mila euro in tasca; «servono per le bollette» dice, ma dopo essere uscito dal centro i carabinieri lo fermano e non trovano più i soldi. In un'altra circostanza i militari ascoltano Di Nardi mentre consegna 2500 euro alla De Lucia, che subito dopo viene pedinata mentre scende da casa della madre e si reca alla posta dove deposita i contanti sul suo conto. In cambio di danaro e sponsorizzazioni di 500 e 5000 ero per organizzare la manifestazione «stop femminicidio» e realizzare le luminarie, la De Lucia ha garantito le proroghe del servizio a Di Nardi, che nel 2011 aveva iniziato a lavorare a Maddaloni con affidamento diretto, ha fatto annullare le sanzioni di oltre 15mila euro comminate dal dirigente comunale alla Dhi per il servizio inefficiente, ma si è attivata anche per far vincere la nuova gara da 24 milioni di euro, in corso davanti alla Stazione Unica Appaltante; i due si accordano per una tangente di 1 milione e 200 mila euro. «Si tratta di un'inchiesta molto solida dal punto di vista probatorio» ha spiegato in conferenza stampa il capo della Procura Maria Antonietta Troncone; «le indagini - ha aggiunto il Comandante provinciale dei Carabinieri Giancarlo Scafuri - sono iniziate nel giugno 2015 e si sono concluse in pochissimo tempo, frutto del lavoro sinergico eccezionali di forze dell'ordine, procura e gip».
A far partire l'inchiesta la denuncia di un imprenditore operante nel settore dei rifiuti che voleva partecipare alla gara per il servizio di raccolta e che si è visto chiedere una maxi-tangente per vincere.
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