Fitti a prezzi irrisori, scandalo a Firenze, ma la sovrintendente «accusa» Caserta

Fitti a prezzi irrisori, scandalo a Firenze, ma la sovrintendente «accusa» Caserta
di ​Lorenzo Iuliano
Martedì 24 Gennaio 2017, 08:17 - Ultimo agg. 10:49
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CASERTA - La Guardia di Finanza scopre affitti a prezzi fino a cinque volte più bassi di quelli di mercato in 70 immobili concessi dalla Soprintendenza alle belle arti di Firenze in palazzi e luoghi di alto pregio. Ma di fronte agli inviti a dedurre a due funzionari, inviati dalla procura regionale della Corte dei Conti, il segretario regionale del ministero dei Beni culturali in Toscana, Paola Grifoni, non trova di meglio che tirare in ballo la Reggia di Caserta e il caso degli inquilini abusivi, sentendosi ben al di sopra di quella annosa vicenda. «Si pagano, sì, affitti che sono decisamente più bassi di quelli di mercato – ammette – però sono anche case che per la natura degli spazi museali dove si affacciano, sono sottoposte a molte restrizioni: per esempio, per far entrare in visita, anche parenti, o medici occorre avvisare; nemmeno mezzi pubblici, neppure in caso di emergenza vista la natura dei luoghi possono entrare. Si abita in un museo. E si è tenuti a provvedere in prima persona a tutta una serie di manutenzioni. E negli anni questi affitti sono stati rivisti e aumentati, non siamo certo nella stessa situazione della reggia di Caserta, dove, ho letto, si pagano 20 euro al mese». Ecco il vero scandalo, mica in Toscana ci può mai essere qualcosa di paragonabile.

Eppure negli esempi riportati dalla Finanza risulta che per un alloggio di circa 130 metri quadri, in piazza Pitti, veniva corrisposto un canone mensile di appena 335 euro a fronte di un valore minimo di mercato di 1.700 euro mensili; mentre, per una residenza di oltre 320 metri quadri situata nel piazzale di Porta Romana, veniva pagato un canone di soli 850 euro per un valore minimo di mercato di 2.400 euro. Le verifiche hanno riguardato 70 immobili nell’area di Palazzo Pitti-Giardino di Boboli, il parco-museo che correda l’antica reggia granducale, e le ville medicee della Petraia a Castello (Firenze) e quella di Poggio a Caiano. Gli immobili sarebbero stati affittati a partire dal 2007 e sino agli inizi del 2016 dalla Soprintendenza a propri dipendenti, in servizio o in pensione, e a loro familiari a prezzi di gran lunga inferiori rispetto a quelli del libero mercato. Proprio come a Caserta. Al monumento vanvitelliano lo scandalo è esploso da tempo ma ha anche trovato una soluzione con lo sfratto di tutti gli inquilini abusivi, che pagavano tra i 50 e i 145 euro al mese di fitto. Le ultime sei famiglie sono state mandate via con l’intervento della forza pubblica a settembre dello scorso anno. Tutto questo però non viene detto dalla sovrintendente Grifoni, che spara nel mucchio.


Dalla Reggia vanvitelliana nessuna replica ufficiale, ma trapela la voglia di chiarire che il caso è ormai chiuso, grazie proprio alla tenacia dei funzionari della sovrintendenza speciale. E che il paragone non può avere una funzione quasi autoassolutoria, come suggerirebbero le altre dichiarazioni di Grifoni, che si lamenta perché vive da «32 anni» in uno spazio di «neanche 60 metri quadri»: «Nel mio appartamento, poi, ci sono forti obblighi di manutenzione e vincoli di ogni tipo - afferma ancora - C’è enorme umidità, ma non posso installarci un impianto di condizionamento; non posso usare il terrazzo per i vincoli architettonici; ci sono divieti di ogni tipo, in aggiunta a tutte le limitazioni cui accennavo prima». L’alternativa ci sarebbe: fittare un appartamento in centro, casomai a prezzi di mercato.
 
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