Rissa con accoltellamento all'Anfiteatro: braccialetto elettronico ai quattro indagati

Il riesame scarcera i protagonisti

Rissa con accoltellamento all'Anfiteatro
Rissa con accoltellamento all'Anfiteatro
di Biagio Salvati
Sabato 3 Febbraio 2024, 08:36 - Ultimo agg. 4 Febbraio, 09:35
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Passeranno dal carcere agli arresti domiciliari, in queste ore – una volta tarati i braccialetti elettronici che gli verranno applicati ed eseguite le perimetrazioni delle loro abitazioni - i quattro giovani accusati di tentato omicidio dopo la rissa scoppiata alla vigilia di Natale scorso, nei pressi di alcuni locali della Movida nella zona dell’Anfiteatro Campano di Santa Maria Capua Vetere.

A circa quaranta giorni dall’episodio che aveva già visto in carcere (e poi ai domiciliari) il 19 enne Vittorio Merola, anche lui poi passato ai domiciliari con braccialetto, i giudici della dodicesima sezione del Tribunale del Riesame di Napoli – presieduto dal magistrato Michele Mazzeo – hanno sostituito la misura detentiva carceraria con quella domiciliare anche per gli altri quattro coindagati.

Si tratta di Cristian D'Ambrosio, 22 anni; Giovanni Barracano; 23 anni; Antonio Pio Salemme 20 anni e Massimiliano Barbato, 23 anni accusati del tentato omicidio di un sedicenne albanese. Indagato invece un ventenne originario del Marocco. In sostanza, per tutti resta il grave quadro indiziario ipotizzato dalla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere (pubblico ministero Armando Bosso), ma proseguiranno la detenzione con una forma meno afflittiva.

Gli arresti furono eseguiti dagli agenti della Squadra Mobile della Questura di Caserta sulla base della cosiddetta «prova regina»: ovvero un video circolato su Instagram dove ognuno degli arrestati ha identificato gli altri giovani nel corso dei primi interrogatori, rendendo però solo dichiarazioni spontanee davanti al gip Alessandra Grammatica nel corso dell’interrogatorio di garanzia. I ragazzi appartengono a famiglie che in parte soffrono un disagio economico e sociale ma ci sono anche appartenenti a famiglie 'normali' umili e oneste come il figlio di un artigiano. Alcuni di loro sono studenti del locale istituto professionale. Nel collegio difensivo del procedimento sono stati impegnati gli avvocati Cesare Gesmundo, Nicola Garofalo, Carlo De Stavola, Goffredo Grasso e Antonio Grillo che assistono i giovani arrestati.

La Procura della Repubblica – guidata dal magistrato Pier Paolo Bruni - sta andando avanti con le indagini e, dallo stesso ufficio al quarto piano del Palazzo di Giustizia, è in corso anche l’altra indagine quasi parallela. Parliamo dell’omicidio di Emanuele Nebbia, destinatario di un proiettile alla tempia che lo stroncò dopo quattro giorni di coma nell'ospedale di Caserta. Su questa indagine c’è massimo riserbo ma, a gennaio, sono state eseguite alcune perquisizioni nel rione ex Iacp teatro del ferimento mortale di Nebbia avvenuto la notte di Capodanno. L’altro giorno, invece, sono state rimosse alcune inferriate abusive che alcuni condomini con precedenti avevano sistemato davanti alle loro abitazioni nella zona di via Giotto, installate con l'intento di avere una 'protezione'. L'operazione è stata eseguita dagli uomini della Polizia di Stato in collaborazione con la Polizia locale ed è durata alcune ore.

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