Manovra, torna l'ipotesi digital tax sui colossi del web dal 2017

Manovra, torna l'ipotesi digital tax sui colossi del web dal 2017
di Andrea Bassi
Giovedì 18 Agosto 2016, 23:58 - Ultimo agg. 20 Agosto, 08:54
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L'impegno politico Matteo Renzi lo aveva preso un anno fa. Se l'Europa non si fosse mossa per tempo, aveva annunciato, l'Italia avrebbe avuto una sua «digital tax», una tassa in grado di intercettare l'enorme giro d'affari dei colossi del web nel Paese. Il prelievo su Google & Co., aveva aggiunto il premier, «entrerà in vigore il primo gennaio del 2017». «Negli ultimi dodici mesi», spiega Francesco Boccia, presidente della commissione Bilancio della Camera, «non è successo nulla, siamo esattamente nella stessa situazione del 2013. Abbiamo perso solo tre anni di gettito». Dato l'immobilismo di Bruxelles, il governo sarebbe pronto a questo punto a calare le sue carte. Da tempo diversi tavoli tecnici, tra ministero dell'Economia, Agenzia delle Entrate e Palazzo Chigi, stanno studiando la questione, anche se il rebus non è semplice da sciogliere.

Sul tavolo ci sarebbero sostanzialmente due proposte: una per tassare i giganti del web attraverso le imposte indirette, ossia assoggettando tutto il fatturato realizzato in Italia ad Iva o magari introducendo una sorta di accisa, e un'altra che invece agirebbe sulle imposte dirette, provando invece a intercettare i profitti generati all'interno del Paese. Questa seconda ipotesi sarebbe quella sulla quale si starebbe concentrando maggiormente l'attenzione dei tecnici. Si tratta, del resto, di una strada già battuta dal governo inglese. Sul tavolo di Palazzo Chigi c'è anche già un progetto di legge presentato ormai oltre un anno fa da due deputati di Scelta Civica, Stefano Quintarelli e Giulio Cesare Sottanelli.

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