Report, accuse di Fratelli d'Italia. Schlein a Meloni: «Lei peggio di Berlusconi». La reazione di Sigfrido Ranucci: cosa è successo

Il premier ascoltato anche dal Giurì d'onore un'ora sul caso Mes

Meloni ascoltata un'ora dal Giurì d'onore sul caso Mes, la commissione chiesta da Conte
Meloni ascoltata un'ora dal Giurì d'onore sul caso Mes, la commissione chiesta da Conte
Venerdì 19 Gennaio 2024, 13:22 - Ultimo agg. 20 Gennaio, 00:32
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Report finisce di nuovo nel mirino della politica, e di nuovo in quello di Fratelli d'Italia. Con un comunicato, il gruppo di FdI nella Commissione Vigilanza Rai, fa sapere che ha presentato un'interrogazione all'ad Rai, Roberto Sergio, e alla presidente, Marinella Soldi, per sapere «se l'utilizzo ricorrente di pentiti di mafia giudicati inattendibili dalla magistratura, che dopo qualche decennio fanno rivelazioni circa presunte rivelazioni su persone decedute, sia in linea con quanto stabilito dal contratto di servizio, che regola i rapporti tra lo Stato e la Rai». «È accaduto nel caso del padre del Presidente del Senato Ignazio La Russa, e nel caso del padre del Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che tra le altre cose, come tutti sanno, ha interrotto i rapporti con Franco Meloni quando era ancora una bambina», continua il comunicato. Il servizio contestato, appunto, è quello dedicato al padre della leader del partito e presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, Francesco, detto Franco - Meloni.

La storia

Nell'inchiesta, il pentito Nunzio Perrella parla di un presunto rapporto tra Franco Meloni e il boss camorrista Michele Senese. A Report Perrella spiega di aver conosciuto Meloni nei primi anni Novanta, qualche tempo prima del suo arresto, che risale al 25 settembre 1995, per il ritrovamento di grossi quantitativi di hashish, 1500 kili, nella sua barca nel porto di Maò a Minorca. Anche Perrella cerca grossi quantitativi di droga. E il nome di Franco Meloni gli viene fatto dal boss Michele Senese. Franco Meloni, spiega Senese, con la sua barca a vela fa i viaggi tra la Spagna e il Marocco fino all'Italia per trovare grossi quantitativi di droga.
Un errore di metodo con cui, afferma il comunicato, «stiamo assistendo al progressivo degradamento di una storica trasmissione, un tempo capace di fare delle vere e proprie inchieste, e oggi ridotta a costruire teoremi fine a se stessi, utili solo a spargere fango.

Ci auguriamo che l'ad e la presidente rispondano presto e nel merito ai punti che abbiamo sollevato».

Le reazioni 


L'Unione sindacale dei giornalisti Rai si schiera accanto a Report affermando che «per l'ennesima volta, i parlamentari del partito di maggioranza in commissione di vigilanza hanno chiesto alla Rai di intervenire sulla trasmissione d'inchiesta condotta da Sigfrido Ranucci, cadendo ancora una volta nella tentazione del bavaglio». 
Solidale con la trasmissione Rai è stata anche la segretaria del Pd Elly Schlein che ha commentato: «Questi attacchi al giornalismo d'inchiesta non c'erano manco ai tempi di Berlusconi e degli editti bulgari». Questo «livello di insofferenza del potere verso il giornalismo d'inchiesta e libero non è degno di una democrazia come l'Italia».
Su Facebook infine, Sigfrido Ranucci, scrive: «Report, come giusto, risponderà nel merito nelle sedi istituzionali. Ma per amore di verità va detto che che la prima fonte su La Russa non era un pentito, ma un ufficiale dei carabinieri Michele Riccio. Mentre la seconda fonte, Nunzio Perrella, è un collaboratore di giustizia mai denunciato per calunnia e ritenuto fondamentale nei processi che hanno portato all'arresto del boss di camorra Michele Senese». 

Un giorno da pecora 


Nel mirino era finito anche il programma di Rai Radio1 'Un giorno da Pecora", che aveva ricevuto una diffida da parte del ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, che aveva lamentato un eccesso di satira nei suoi confronti. In merito alla vicenda la Rai avrebbe risposto, in una lettera arrivata ieri in Vigilanza, affermando che Un Giorno da Pecora «è un programma di satira che, come tale, può urtare sensibilità personali basato sull'ironia e caratterizzato da una conduzione "scanzonata"». «In tale contesto e tenuto conto della natura editoriale del programma, per quanto concerne più in particolare le puntate oggetto dell'interrogazione non si ravvedono intenti denigratori né offese personali, ma solo interventi di taglio satirico che accomunano tutti i personaggi presi di mira dal programma», conclude. 

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