Cdm, al via il decreto carceri
con braccialetto elettronico, sì anche
al disegno di legge sul processo civile

Decreto carcere, il ministro Cancellieri e il premier Letta
Decreto carcere, il ministro Cancellieri e il premier Letta
Martedì 17 Dicembre 2013, 18:48 - Ultimo agg. 18 Dicembre, 08:58
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Nessun indulto o indultino, assicura il ministro Cancellieri. Nessun pericolo per i cittadini, rafforza Letta. Le misure sulle carceri varate ieri dal Consiglio dei ministri portano con sè il consueto strascico polemico che fa leva sul timore che i delinquenti girino indisturbati per le strade. «Aumenteranno i reati», dice il leghista Roberto Maroni, governatore della Lombardia. E il compagno di partito Molteni, capogruppo del Carroccio in commissione Giustizia alla Camera, promette «battaglia dura». «Solo inutili balbettii, una presa in giro natalizia», aggiunge il forzista Brunetta. Ma le condizioni delle carceri italiane sono un buco nero da superare.

Lo vuole l'Europa, pronta a chiedere conto a suon di sanzioni se da qui a maggio non si metterà in sicurezza il sistema. Lo chiedono da tempo la Corte Costituzionale e il Capo dello Stato, e «il decreto è una prima risposta al suo appello», osserva il premier. Di fatto il decreto legge varato oggi è il passo atteso dal governo, mentre per ora il Parlamento ancora non mette mano a un intervento di amnistia e indulto che unito a misure strutturali produrrebbe davvero numeri significativi. Il ministro della Giustizia giovedì sarà in Senato proprio per comunicazioni in materia.

Intanto con l'ok al provvedimento di oggi si punta a portare fuori dalle celle 3mila detenuti in 2 anni: «I numeri dipendono da molte cose, ma credo rispetteremo quest'obiettivo», assicura il Guardasigilli. Tra le misure qualificanti del testo, l'innalzamento dello «sconto» per la liberazione anticipata (misura temporanea che scadrà tra 2 anni), la stabilizzazione dei domiciliari per gli ultimi 18 mesi di pena, l'espulsione al posto degli ultimi due anni di carcere per gli immigrati, l'aumento dell'affidamento in prova ai servizi sociali, l'introduzione del reato di piccolo spaccio di droga con pene minori.

C'è anche il braccialetto elettronico, che viene incentivato, prevedendone comunque l'applicazione solo per i domiciliari, e non anche all'esterno, nei permessi o nell' affidamento in prova come in fase di elaborazione si era pure ipotizzato. Possibilità che aveva fatto pensare a una possibile, prossima applicazione a Berlusconi. Arriva anche il Garante nazionale dei detenuti, «un presidio di garanzia per raccogliere le istanze» dei carcerati, annuncia Cancellieri. Lo spettro delle misure è ampio. Solo sulla riforma della custodia cautelare «il governo ha valutato di non intervenire», preferendo rifarsi al testo già discusso e avviato a votazione alla Camera, ha spiegato Letta.

L'obiettivo dell'intervento, quindi, è quello di ridurre in maniera selettiva e non indiscriminata, il numero delle persone ristrette in carcere. Non è un indulto, afferma Cancellieri, perchè «non c'è nulla di automatico» e «tutto viene affidato al giudice il quale prevede, se lo ritiene, l'uscita agevolata». Un punto su cui insiste anche il Pd, che con Donatella Ferranti, presidente commissione Giustizia della Camera, giudica positivamente il pacchetto.

Un giudizio con luci ed ombre arriva invece dall'Unione camere penali, perplessa sul piccolo spaccio e sul carattere temporaneo della liberazione anticipata. Ma i penalisti aspettano soprattutto le novità del pacchetto sul processo penale, in un primo tempo attese oggi e che invece hanno bisogno ancora di aggiustamenti e arriveranno solo col prossimo anno.

È stato invece varato un disegno di legge in materia civile che promette di sveltire i procedimenti-lumaca: riti più snelli per ridurre i tempi del processo anche da tre a un anno, sentenze brevi, giudice unico in appello per determinate materie, responsabilizzazione dei legali per evitare che intentino cause temerarie, garanzie per i creditori, possibilità per il giudice di decidere già sulla base delle consulenze tecniche in certi casi, le novità principali. Una riforma che tocca «materie fondamentali per il nostro paese», ha sintetizzato il premier.

Il premier Letta. Il pacchetto sulla giustizia civile serve a «smaltire l'arretrato, a rendere più veloce il processo civile: sono materie fondamentali per il nostro paese». Così ha spiegato il premier Letta. Il decreto sulla situazione carceraria è una prima importante risposta alla lettera appello del capo dello Stato al Parlamento che prevedeva un ventaglio di possibili interventi per calmare situazione esplosiva delle nostre carceri ed evitare anche interventi sanzionatori da parte di organismi sovranazionali». Così il premier Enrico Letta, in conferenza stampa dopo il Consiglio dei ministri. Era «importante evitare che l'Italia non sia additata fra i Paesi che non rispettano i diritti in carcere», ha aggiunto.

Il «ddl sulla giustizia civile tocca passaggi che renderanno più veloci le procedure. In alcune cause semplici che possono essere decise con procedimento sommario, se di facile comprensione e conclusione, il giudice potrà passare a una formula semplificata che consentirà una riduzione del processo da tre anni a un anno». Lo ha detto il ministro della Giustizia, Annamaria Cancellieri.

Una delle norme contenute nel decreto legge sulle carceri approvato dal Cdm estende da 3 a 4 anni il massimo della pena per cui è possibile l'affidamento in prova ai servizi sociali. Lo ha spiegato il ministro della Giustizia, Annamaria Cancellieri, in conferenza stampa a Palazzo Chigi.

Il senatore Manconi. «Le misure prese dal Consiglio dei Ministri in materia carceraria vanno nella giusta direzione. Certo, se il quadro politico e gli orientamenti del Parlamento lo consentissero, si dovrebbero assumere provvedimenti più ragionevoli ed efficaci, come l'amnistia e l'indulto: i soli capaci di restituire legalità al nostro sistema penitenziario. Ma quanto deciso oggi è comunque positivo». Lo afferma il senatore del Partito democratico Luigi Manconi, Presidente della Commissione diritti umani del Senato.

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