Pomodoro, via alla campagna
la Campania ritrova l'orgoglio

Pomodoro, via alla campagna la Campania ritrova l'orgoglio
di Luciano Pignataro
Giovedì 4 Agosto 2016, 18:24 - Ultimo agg. 18:27
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La festa è stata bella, bellissima. Il caldo non ha fermato appassionati, operatori, pizzaioli, cuochi: tutti da Paolo Ruggiero di Danicoop per il San Marzano Day per un ritrovato orgoglio. Un simbolo della rinascita di un prodotto simbolo della gastronomia del Sud che proprio sulla qualità ha giocato le sue migliori carte. Un segnale positivo lanciato nell'avvio della campagna di trasformazione del pomodoro da industria 2016 che l'Anicav, l'associazione nazionale dell'industria conserviera, insieme delle Organizzazioni Sindacali campane di categoria Fai-Cisl, Flai-Cgil e Uila-Uil, ha dichiarato aperta con una visita a due stabilimenti produttivi, La Doria spa, nello storico stabilimento di Angri, e La Torrente srl, nello stabilimento di Sant' Antonio Abate. I due stabilimenti, uno in provincia di Salerno e uno in provincia di Napoli, sono stati simbolicamente scelti in rappresentanza di tutte le imprese presenti sul territorio campano.

La Campania costituisce il maggiore infatti il bacino di produzione di pomodoro trasformato, sia per numero di aziende di trasformazione - su 120 aziende operanti in Italia, 70 sono aziende campane concentrate prevalentemente nelle province di Napoli e Salerno, dove sono presenti i principali gruppi del comparto agroindustriale non solo a livello nazionale ma anche comunitario - che per fatturato - circa 1,5 miliardi di euro su un fatturato nazionale di 3,1 miliardi - ed è da sempre leader nei derivati del pomodoro, primo fra tutti il pomodoro pelato, che rappresenta una produzione di pregio delle aziende.

Il comparto impiega circa 3.000 lavoratori fissi ed in un arco temporale molto limitato (60 giorni) circa 12.000 lavoratori stagionali ogni anno, cui va aggiunta la manodopera impegnata nell'indotto (officine meccaniche, imballaggi, distribuzione e logistica, case sementiere, vivai)

«Abbiamo condiviso e apprezzato da subito la proposta del Sindacato - ha dichiarato il Presidente dell'ANICAV Antonio Ferraioli - L'iniziativa di oggi rappresenta un utile riconoscimento al settore: credo sia la prima volta, che la Regione Campania, con un gesto, seppure simbolico, come questo ha voluto dimostrare la giusta vicinanza al settore conserviero, riconoscendo il valore di un comparto tra i più importanti dell'economia nazionale e regionale. Auspico che l'attenzione dimostrata oggi possa essere la base da cui partire per attuare un processo di collaborazione con le istituzioni che sfoci in politiche industriali a sostegno delle aziende che si trovano ad operare, con non poche difficoltà, in un contesto non sempre semplice». «Avviamo una campagna di trasformazione - ha aggiunto il Direttore Generale di ANICAV Giovanni De Angelis - nel bacino Campano e più in generale nell'intero bacino del Centro Sud, che fa registrare una disponibilità di pomodoro abbastanza in linea con quanto chiesto dall'industria in sede di accordo con la parte agricola, tenendo conto della riduzione degli ettari messi a coltura e delle difficoltà climatiche e fitosanitarie. Il dialogo continuo tra tutti gli attori della filiera, anche attraverso il rispetto degli obblighi contrattuali, può sicuramente contribuire a dare il necessario impulso al comparto».

Due tagli del nastro simbolici, insomma, da una parte la piccola produzione, dall'altro la grande industria. Due realtà che in questo come in altro campo, devono imparare a convivere e a valorizzarsi a vicenda perché l'una è funzionale all'altra: senza grande industria non c'è artigianato di qualità, senza grandi piccoli produttori il prodotto avrebbe meno reputazione.
 
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