Appalti ai Casalesi per i voti, bufera sul Pd. «Fatti vedere, dobbiamo eleggere Graziano»

Appalti ai Casalesi per i voti, bufera sul Pd. «Fatti vedere, dobbiamo eleggere Graziano»
di Leandro Del Gaudio
Mercoledì 27 Aprile 2016, 08:17 - Ultimo agg. 28 Aprile, 08:39
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Ci sono documenti - probabilmente fotografie - che attestano i «plurimi incontri tra Stefano Graziano e Alessandro Zagaria», quest'ultimo presunto imprenditore al soldo della camorra casalese. Incontri avvenuti in un periodo pre-elettorale, tutt'altro che sporadici. Fatto sta che, passato il giro di boa alle ultime regionali, Graziano si mostrerebbe «riconoscente» al telefono, mentre dialoga proprio con Alessandro Zagaria. Scrivono i pm della Dda di Napoli: «Dalle indagini è emerso che Stefano Graziano ha chiesto ed ottenuto appoggi elettorali, con specifico riferimento all'ultima elezione per il rinnovo del consiglio regionale. Un impegno elettorale chiesto e ottenuto con l'impegno da parte del politico di porsi come stabile punto di riferimento politico ed amministrativo dei casalesi, fazione Zagaria, di cui Alessandro Zagaria è risultato appartenere».

Ma veniamo agli atti acquisiti. C'è una intercettazione che risale al 15 novembre del 2014. Parlano Alessandro Zagaria e l'ex sindaco Di Muro (da ieri in cella), discutono di «imprenditori favoriti da piazzare». Scrive il gip Maria Laura Alfano: Zagaria mostra di attivarsi direttamente per sostenere la campagna elettorale di un candidato alle competizioni elettorali di quel periodo (tale Graziano, candidato per il consiglio regionale) e di questo fatto rimprovera Di Muro che, a suo dire, non si sta attivamente impegnando». 

«Dobbiamo portare Graziano» Ma ecco alcuni passaggi di una delle intercettazioni depositate agli atti. Zagaria: devo mettere a lavorare a questo! Ho perso già una fatica e adesso già stanno lavorando! Ma tu non ci stare troppo... rimaniamo sempre quelli che siamo. Quello Pasquale... ha detto: io ho fatto il passaggio! Pasquale sei capace di metterti addosso...addosso! (Nel corso della conversazione - annota il giudice - Zagaria asserisce che il citato Pasquale gli ha proposto di passare con lui)....Hai capito... ti vuoi togliere... mi serve uno come te... ma che cazzo stai dicendo? Io tengo per il Pd (nella circostanza - aggiunge il gip - riferisce a Di Muro anche la risposta negativa che ha fornito sempre a Pasquale)... Io ti voglio bene a te... tu sei sempre l'amico mio, cosa hai capito? No io ti ringrazio di questa cosa... No non mi devi ringraziare mai! E già non sta bene... perché noi dobbiamo portare a Graziano (Stefano, precisano gli inquirenti) e tu non ti fai vedere. Ti dovrei allontanare io a te! O no?. Mannaggia la madosca!». 

Appalto del Polo della cultura Quel giorno stesso viene registrata un'altra conversazione tra i due nella quale «si fa esplicito riferimento - scrive il gip - all'appalto relativo alla ristrutturazione del palazzo Teti Maffuccini (vicenda al centro dell'inchiesta, ndr) e all'aiuto che Graziano dovrebbe fornire affinché il finanziamento possa essere trasferito da un capitolato di spesa a un altro consentendo margini di tempo meno ristretti rispetto al precedente e scongiurare la perdita del finanziamento. Dalla stessa conversazione emerge il nome di Alfonso Salzillo, consigliere comunale di Santa Maria arrestato in esecuzione di una ordinanza emessa il 30 marzo scorso per associazione camorristica. Di Muro: «Io tengo un santo in paradiso che mi protegge!...o no?». Zagaria: «Come a me! Quando va bene...hai capito? In grazia di Dio! Quello domani va a Roma e giovedì siamo qua». Di Muro: «Giovedì dobbiamo andare da... (cade la linea)».

 

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