Secondo l'accusa, Alfonso Papa avrebbe ottenuto dagli imprenditori Angelo e Roberto Grillo somme di denaro, ma anche vacanze e un'auto di lusso, in cambio della promessa di appalti, in particolare nel settore delle pulizie.
Secondo l'ipotesi accusatoria, Papa si offrì di intervenire presso il Consiglio di Stato per annullare una interdittiva antimafia che era stata applicata nei confronti di Angelo Grillo. Una misura cautelare a carico dell'ex parlamentare era stata annullata dal Tribunale del Riesame che aveva ritenuto insussistenti le esigenze cautelari confermando invece la validità dei gravi indizi di colpevolezza emersi nel corso dell'inchiesta.