La morte di Fortuna: seconda giornata di incidente probatorio

La morte di Fortuna: seconda giornata di incidente probatorio
Giovedì 19 Maggio 2016, 18:25 - Ultimo agg. 19:19
4 Minuti di Lettura

Aversa. Seconda giornata di incidente probatorio, oggi, al Tribunale di Napoli nord, ad Aversa (Caserta), per far luce sull'omicidio di Fortuna Loffredo, la piccola di 6 anni uccisa il 24 giugno 2014. Chicca, come la chiamava la famiglia, precipitò dalla terrazza del palazzo dove viveva, al Parco Verde di Caivano (Napoli) e oggi a riferire su quanto successe è stata la sua migliore amica. È stata appunto l'amichetta di Chicca ad aver raccontato di aver visto Raimondo Caputo - il compagno della madre, l'uomo accusato di aver ucciso Fortuna e di aver abusato di lei - proprio mentre tentava un approccio con la bimba prima che fosse scaraventata giù. Abusi che dall'uomo sarebbero stati messi in atto anche sulle tre sorelline «protagoniste» dell'incidente probatorio: la migliore amica di Fortuna, sua sorella che ieri ha testimoniato e l'altra, la più piccola, che ha continuato oggi la sua deposizione iniziata ieri. Un racconto, quello delle bimbe, che ieri ha confermato le accuse di abusi contestate a Caputo dalla Procura. 

L'avvocato Pisani

Quando la piccola (la migliore amica di Fortuna) ha visto Raimondo Caputo che si allontanava con Fortuna, li ha seguiti per fare la 'spia', per vedere se faceva con la sua migliore amica le stesse cose che faceva con lei». È quanto emerso dalla seconda udienza dell'incidente probatorio sull'omicidio di Fortuna Loffredo. È quanto riferito Lo ha riferito l'avvocato Pisani, legale del papà e dei nonni di Fortuna, al termine della udienza che si è svolta al Tribunale di Napoli nord, ad Aversa. 

La mamma di Chicca

«La bimba copre la madre»: lo ha detto, in lacrime, Domenica Guardato, la mamma di Fortuna Loffredo, all'uscita del Tribunale di Napoli Nord dove si è tenuto l'incidente probatorio sulla morte della piccola. «Speravo che accusasse anche la madre, perché sono convinta che anche lei c'entri qualcosa», ha aggiunto Domenica Guardato riferendosi alla mamma delle bambine che sono state ascoltate dal gip in qualità di testimoni nell'incidente probatorio svoltosi oggi ad Aversa. «Io l'ho guardata, la compagna di Caputo - ha proseguito la madre di Fortuna - più volte, ma lei non si è mai girata verso di me. Tanto lei le figlie le può vedere, io mia figlia non ce l'ho più». 

Il papà di Fortuna

È convinto che «prima o poi la verità si saprà» ma Pietro Loffredo, il padre di Fortuna, la piccola di 6 anni scaraventata giù dalla terrazza dello stabile del Parco Verde di Caivano (Napoli) il 24 giugno 2014, avanza anche un'ipotesi: «Chi ha ucciso mia figlia potrebbe essere ancora libero se è vero quello che mi hanno detto alcune persone e cioè che Raimondo Caputo (accusato dell'omicidio di Fortuna, ndr) era accanto a Fortuna quando l'hanno trovata». Il padre di Fortuna, definisce «scioccante, più dell'immaginabile», il racconto delle bimbe che ieri, nella prima udienza hanno raccontato le violente subite e quelle messe in atto su Fortuna, vittima di abusi sessuali. «La cosa non è chiara, per niente, ma tutto verrà fuori», dice il papà di Fortuna. 

L'avvocato Di Mezza

«La bimba ha sostanzialmente confermato quanto dichiarato nel precedente interrogatorio circa le responsabilità di Caputo sull' omicidio di Fortuna, ma nel suo racconto ci sono delle divergenze che dovrò approfondire, in particolare sulla presenza della madre poco prima del delitto». È quanto ha dichiarato l'avvocato Salvatore Di Mezza, legale di Raimondo Caputo, il 44enne accusato di aver violentato e ucciso Fortuna Loffredo. «La bimba - prosegue Di Mezza - oggi ha raccontato di aver seguito Fortuna e Caputo all'ottavo piano, da sola e per fare la spia, e di aver visto l'amichetta a terra, immobile, mentre Caputo provava a violentarla. Alcuni mesi fa invece disse che la madre era con lei quando vide Fortuna a terra mentre scalciava Caputo. È probabile che abbia voluto in qualche modo proteggere la madre ma si tratta di circostanze che vanno verificate con grande attenzione».


 

 




 

© RIPRODUZIONE RISERVATA