Fuorigrotta, la lapide borbonica dimenticata tra gli scooter parcheggiati

La lapide borbonica dimenticata
La lapide borbonica dimenticata
di Antonio Folle
Sabato 5 Agosto 2023, 18:56 - Ultimo agg. 19:15
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Il quartiere di Fuorigrotta, secondo le stime del Comune di Napoli, è il più popoloso della città, con una popolazione che sfiora gli 80.000 abitanti. Conosciuto soprattutto per la presenza dello stadio Maradona e per la Mostra d'Oltremare, ha rappresentato nei secoli un importante "snodo" viario e commerciale tra la città di Napoli e l'area portuale di Pozzuoli. Oggi la sua importanza dal punto di vista viario è andata scemando, ma le tracce dell'antica importanza di questi luoghi - solo in epoca fascista il quartiere avrebbe assunto le forme attuali - continua a venire fuori grazie alle numerose testimonianze del passato che continuano ad emergere.

È il caso dell'antica stele marmorea di piazza Pilastri, una minuscola piazzetta che fiancheggia viale Giulio Cesare e la stazione Leopardi della Linea 2.

L'antica targa di marmo contiene un importante prescrizione del re Ferdinando IV - oggi si direbbe un Dpcm - che obbligava i contadini e i trasportatori provenienti dall'area del lago di Agnano a fermarsi per i necessari controlli sanitari prima di addentrarsi in città.

All'epoca, infatti, la zona di Agnano era caratterizzata dalla presenza di un vasto lago di origine vulcanica nato in epoca medievale e utilizzato come fonte d'acqua per la coltivazione della canapa, uno delle produzioni più importanti del regno delle Due Sicilie, che esportava i prodotti derivati dalla lavorazione della canapa e del lino in tutta Europa. 

Le vaste coltivazioni di canapa occupavano tantissime persone, ma avevano un risvolto negativo: fin dall'antichità erano infatti ritenute portatrici di potenziale contagio - credenza che sarebbe stata smentita solo con appositi studi tardo-ottocenteschi - e i lavoratori erano sottoposti a scrupolosi controlli prima di poter accedere ai mercati del centro-città. La lapide installata in uno dei crocevia più importanti di Fuorigrotta - all'epoca poco più di un villaggio arroccato attorno alla Crypta Neapolitana - serviva a ricordare le pene previste per quelli che decidevano di saltare i necessari controlli medici. Una sanzione pecuniaria per i trasgressori sorpresi una prima volta, il completo sequestro delle merci, dei carri e degli animali da tiro, i trattori dell'epoca, per coloro che si sottraevano ai controlli per la seconda volta. 

Oggi la lapide giace in pessime condizioni di conservazione, circondata da orribili tubi innocenti, da scooter in sosta selvaggia, sfigurata da una chiazza di vernice nera e praticamente dimenticata da tutti. Nel corso degli anni è stato denunciato più volte il pessimo stato di una lapide che testimonia come, per gli standard dell'epoca, il regno delle Due Sicilie fosse avanzato dal punto di vista igienico-sanitario - a dispetto della storiografia odierna che racconta ben altro - ma per la lapide inglobata nel cortile della scuola Silio Italico non sembra esserci alcuna speranza di salvataggio. Colpevole dimenticanza che la condannerà molto probabilmente a diventare la superficie di qualche orribile graffito. 

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«Ci colpisce, in negativo, l'ennesimo esempio del degrado ai danni, ancora una volta, di una traccia di memorie borboniche - ha denunciato il presidente del Movimento Neoborbonico Gennaro De Crescenzo - viceversa ci colpisce in positivo l'attenzione dei Borbone verso diversi settori. Pensiamo al commercio e alle produzioni locali, in questo caso la canapa e il lino di Agnano, settori importanti con diverse fabbriche anche nel salernitano e nel casertano, protagoniste di diversi primati per quantità e qualità. Pensiamo alla salute pubblica, con quei controlli ferrei fissati per sempre su quella lapide e curati da un apposito e più che moderno tribunale per la salute pubblica, una sorta di tribunale specializzato nella difesa dei cittadini. Del resto - continua De Crescenzo - a quei tempi vantavamo la più alta percentuale di medici e ospedali per abitanti e, per conseguenza, la più bassa percentuale di mortalità infantile o i più alti indici di longevità in Italia. Poi magari - la provocazione del numero uno del Movimento Neoborbonico - qualcuno ci accusa di fare troppi confronti tra il presente ed il passato».

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